L’assessore al ramo…”cade dalle nubi”.

Cronaca/di Redazione

Come se non bastassero quelle stradali, l’Amministrazione Amante, ben spalleggiata dall’entourage burocratico, sta collezionando una ragguardevole serie di buche.

La penultima è di pochi giorni fa. A termini già scaduti da due giorni, hanno deciso il rinvio al 31 luglio del pagamento della prima rata della TARI, senza incorrere negli interessi di mora.

Una scelta che avrebbe potuto benissimo essere adottata prima della scadenza se non altro per evitare code e ressa presso l’Ufficio Tributi, uffici postali e/o banche.

Di questi periodi, si circola ancora con le mascherine anti contagio, non è stato certamente il massimo, anche perché dei ritardi nella consegna si sapeva già che ci sarebbero stati. Il perché lo avevamo spiegati su queste pagine e non è possibile che fossimo solo noi a saperlo.

Superata con difficoltà questa prima buca si sono buttati immediatamente in un’altra. Pare proprio se le cerchino.

Gli operatori economici locali sono scesi sul sentiero di guerra contro l’assessore alle Attività Produttive e l’intera Giunta comunale.

In questi giorni hanno ricevuto il prospetto con gli importi da pagare della ICP (Imposta Comunale sulla Pubblicità). Una solenne mazzata tra capo e collo. Bollette da capogiro gonfiate anche da alcune voci che che non stanno ne in cielo ne in terra.

Ci sta, ad esempio, da capire come mai se dal 2013 un particolare tipo di pubblicità non è stato mai sottoposto all’imposta, proprio quest’anno, con tutti i problemi che angustiano le attività imprenditoriali, è stata applicata?

Per spiegare l’arcano cominciamo col dire che il Regolamento comunale per la disciplina della pubblicità, recependo le disposizioni in materia del DL n.507 del 15 Novembre del 93, riconosce come forme di pubblicità assoggettabile all’imposta, anche i cartelloni pubblicitari esposti all’interno della sede di lavoro quando superano i 50 cmq.

Detta imposizione, come detto, non è stata mai applicata ne dalle precedenti Amministrazioni ne, sino allo scorso anno, dall’attuale. Incredibilmente quest’anno, con tanta poca logica, è stata applicata. La cosa curiosa è che detta imposta è stata applicata per l’intero anno per ogni pannello visto durante un controllo in un momento qualsiasi dell’anno.

Il che significa, secondo la genialità dei rilevatori, che se un pannello che pubblicizza una promozione sia stato rimosso a promozione terminata, l’imprenditore deve in ogni caso pagare come se il messaggio pubblicitario fosse rimasto fisso per tutto l’anno. Assurdo.

Il colmo del paradosso è stato toccato con le Farmacie. Queste, secondo quanto affermato dai gestori dell’attività, per legge devono esporre in maniera visibile il simbolo (la croce luninosa n.d.r.) della presenza del presidio farmaceutico. Ebbene anche queste insegne sono state sottoposte al pagamento dell’imposta come portatrici di messaggio pubblicitario.

A chi si è rivolto all’Ufficio Tributi per chiedere spiegazioni la risposta ricevuta è stata : “Faccia ricorso”. A chi si è invece rivolto all’assessore Mauro per chiedere spiegazioni la risposta ricevuta è stata : “Non ne sapevo nulla”.