Capimmo subito che lui era più brillo di noi.

Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico

Così, parlò Piero dopo una serata nella trattoria “DA ZIA UCCIA” tra il via vai di camerieri che avevano portato più bottiglie che piatti.
Bottiglie di vino rosso si intende.

Prima di alzarci però, volli fare un discorso politico “gratuito” per spiegare ai miei amici ignoranti la situazione politica del nostro Paese e cominciai senza che nessuno mi avesse dato il via, mi avesse dato la parola. Così parlai:
Anche se francamente io non ne sono ancora sicuro, dopo TAP e ILVA è finalmente arrivato il NO alla TAV.
Dopo il calo di consensi del MOVIMENTO, come dato oggettivo, prevedibile e scontato, finalmente puntano i piedi.
Dopo tanti voti persi per una esagerazione politica nel leggere situazioni, fatti e circostanze descritte come a portata di mano per cogliere unicamente quel vento populista che soffiava di volta in volta sulla materia trattata, “quel di più” era sin troppo ovvio, andava ceduto, andava perso.
Resta comunque una forza politica importante e con tanti principi condivisibili.
Stessa cosa succederà a breve alla LEGA, il NO chiaro e forte alla TAV creerà uno sbandamento tra gli elettori del NORD e soprattutto tra gli imprenditori del NORD tutti dalla sua parte.
Il NO all’autonomia rafforzata o il suo “svuotamento”, chiuderebbe il cerchio riportando la LEGA indietro a più o meno i voti presi alle elezioni politiche quando era nel centro-destra.
Ed io mi sentirei più tranquillo, non vorrei che il MOVIMENTO, dopo aver frenato il “renzismo” che soprattutto nella seconda parte era diventato presuntuoso e insopportabile, ci consegnasse a Salvini, alla sua nutella e alla sua noia.
Doveva essere per forza un NO, anche un NO ideologico, ma un NO, ed è arrivato.
Salvini abituato a veder crescere i consensi tanto da farci quasi l’abitudine, accuserebbe un brutto colpo, un brusco STOP e al NORD succederebbe un terremoto politico.
Il MOVIMENTO avrebbe pareggiato il conto e forse nello stesso istante avrebbero entrambi preso la via della “fine legislatura”.
Salvini ci resterebbe così male che cercherebbe di rifarsi sequestrando qualche altra nave con un paio di immigrati a bordo e ricomincerebbe il balletto dei “porti chiusi” che già conosciamo.
Direbbero anche a lui quel che ora gridano a Grillo: vi siete venduti.
Indosserebbe le divise militari anche in occasioni non istituzionali, come per esempio fare la spesa, e poi si farebbe sempre più selfie”.
Nel frattempo Maroni avrebbe messo su con l’appoggio esterno di Forza Italia, un suo movimento forse conservando nel logo la parola NORD, ma con un atteggiamento molto meno estremizzato e molto più vincolato allo schieramento di centro-destra
”.
Questo parlai, interrompendo il discorso solo per bagnarmi, sempre con un sorso di vino rosso, la bocca che nel frattempo si seccava.
Quando finalmente finii il discorso ebbi l’impressione di aver parlato da solo, neanche un applauso o un cenno di assenso.
Il mio amico sulla destra quasi dormiva, quello sulla sinistra sbadigliava, l’altro chissà a cosa stava penando, di sicuro non aveva né sentito, né capito.
Pensai un po’ poi però trovai la risposta: avevamo bevuto troppo ed io, che non finivo più di parlare, un po’ di più.
Quando eravamo già fuori dalla trattoria, incontrai un “compagno” amico di tante battaglie politiche negli “anni giovanili”.
Scambiammo qualche battuta e lui concluse quando ormai io avevo già salutato:
la sinistra tornerà al governo – poi aggiunse – anche presto”.
Non ci volle molto a capire che lui: era più brillo di noi.