Le vittorie costruite sulle menzogne

Rubriche/Opinioni/ di Piero D’Errico

Come si sente un rappresentante del “cambiamento” nel prendere deliberatamente per il culo una comunità che sulla battaglia TAP ci ha messo cuore ed entusiasmo, una comunità che ha creduto in un progetto che la comprendeva e che andava sotto il nome di “cambiamento”?
Cambiamento che ora possiamo ben dire, ha interessato solo la loro vita, la loro importanza.
Diciamo che “spararla grossa” in politica è normale. Viene quasi spontaneo ed io onestamente ne sono stato anche un po’ interprete.
Diciamo che promettere la luna o quasi, è normale.
Tante vittorie si sono costruite sulla menzogna o quanto meno sulle mezze verità.
Diciamo pure che era giunta l’ora di cambiare, e per cambiare c’era puntualmente bisogno di un “cambiamento” qualcosa di “diverso” che non ripetesse più quel modo di fare politica di prima. E la gente ha votato il cambiamento.
Ecco perché oggi contestano in un modo così plateale e a tratti scenografico, quello che per una vita in politica è stata cosa normale e anche sostanziale: la menzogna.
Ecco perché tanta polemica. Perché il cambiamento che è stato votato nulla cambia.
Ora. Vale la pena “raccogliere” i voti di chi lealmente e onestamente protesta, di chi onestamente e lealmente, dentro a un mondo che non ha più ideali, ne insegue uno.
Vale la pena perdere la faccia e non avere risposte, non avere altri argomenti che non siano altre bugie.
Vale la pena imbrattarsi con tratti di un “vissuto” che non si cancellerà mai e che in ogni occasione verrà fuori, sarà tirato fuori da chi con quel ricordo vuol gettare fango e discredito sulle spalle e non solo, del portatore.
Io penso di NO e il fatto di vedere in parlamento tanti giovani rende più forte il mio NO.
“Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno”, tuonò Grillo.
Attenti però, il bello viene solo dopo.