Cronaca/di Coldiretti Puglia

Parte una raccolta fondi per sostenere l’azienda Pulimeno pesantemente colpita da un incendio che ha arrecato danni alle strutture e ha ucciso l’80% del gregge di pecore, mentre è già stata attivata la fornitura di latte artificiale per gli agnelli che hanno perso le mamme nel rogo.

A lanciare un appello al mondo agricolo, ma anche ai consumatori che visiteranno il grande mercato di Campagna Amica in Piazza Mazzini è Coldiretti Lecce che sta attivando ogni azione per dare sostegno all’azienda zootecnica Pulimeno a Corigliano d’Otranto, una delle poche realtà di allevamento sopravvissute alla chiusura delle stalle.

“L’incendio è partito all’esterno della stalla, propagandosi pericolosamente all’interno, bruciando il fienile completamente. Sono state evacuate prontamente le pecore che però, sentendosi in pericolo, tornavano nella stalle per cercare riparo, ma proprio all’interno c’era il pericolo. Si sono trasformate ben  presto in torce viventi che hanno propagato il fuoco, mentre correvano spaventate da un punto all’altro dell’azienda”, spiega Costantino Carparelli, presidente di Coldiretti Lecce, nell’aggiungere che “abbiamo procurato latte artificiale e secchi per abbeverare gli agnelli, ma servono fieno e interventi per far rivivere l’azienda, considerato che il calore delle fiamme ha anche squagliato tutta la linea elettrica, rendendo inutilizzabile l’impianto di mungitura”.

La provincia di Lecce è tristemente prima nella classifica degli incendi in  Puglia, con 6.311 roghi in 1 anno, denuncia Coldiretti Puglia sulla base dell’Annuario statistico 2023 dei Vigili del Fuoco.

Le conseguenze sono drammatiche in termini ambientali a causa delle fiamme che fanno salire la temperatura fino ad oltre 750 gradi, provocando effetti devastanti come il deterioramento del suolo, la scomparsa della biodiversità, il degrado ecologico, la perdita di produzioni legnose e non legnose, il disordine idrogeologico, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento da fumi e la distruzione della fauna.

Per ricostituire aree e boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vogliono fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti regionale – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – conclude la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente.