Cronaca/di pietro zurico

L’argomento “Diritto allo Studio” generalmente non suscita grande interesse in una comunità. I problemi di una cittadina sono ovviamente di ordine superiore, come assistenza sociale, fornitura corrente elettrica, fornitura gas, pavimentazione strade, cura marciapiedi e spazi verdi, trasporto urbano, viabilità, pratiche negli uffici comunali…..e poi non dimentichiamo feste rionali, festa del santo patrono, eventi nel centro storico….

E le Scuole? Ci preoccupiamo veramente e abbastanza dei nostri studenti e delle problematiche di ordine scolastico? Bah! Forse ce ne interessiamo sporadicamente quando magari un piccolo gruppo di genitori solleva qualche questione del momento o quando ci sentiamo direttamente coinvolti.

Per una comunità è indispensabile che le scuole siano aperte tutti i giorni  per accogliere regolarmente studenti grandi e piccini. Già la chiusura del sabato crea qualche problema, come anche le giornate di assemblea sindacale o di sciopero del personale docente.

Per una comunità è importante che i docenti siano sicuramente preparati e che siano soprattutto comprensivi verso gli alunni e verso la quantità enorme di problematiche personali, familiari, sociali che i ragazzi si portano dietro.

Ad una comunità, questo basta.

Se poi quegli stessi studenti si trovano in aule affollate, caldissime d’estate, freddissime d’inverno, in scuole senza palestra e senza laboratori di vario tipo, se per andare ad un evento in centro, magari invitati dall’Amministrazione stessa, devono macinare chilometri a piedi, se non possono usufruire di un servizio scuolabus efficace ed efficiente, perlomeno da e per le frazioni, se il servizio mensa non è in linea con l’organizzazione oraria della scuola, se Internet funziona oppure no, se funziona male….oggi no e domani neppure ….NON  IMPORTA  o, per meglio dire, IMPORTA POCO.

Ma poi, perché i cittadini dovrebbero occuparsi di queste problematiche quando, in fin dei conti, c’è il personale scolastico, Dirigente in primis,  che si impegna nel trovare la soluzione più idonea ad ogni cosa?

Grazie al cielo, da sempre i docenti sono dotati di spirito di adattamento. Tanto per fare un esempio, dimostrano questa qualità ogni volta che un nuovo Ministro dell’Istruzione (e del Merito…) decreta direttive diverse dal precedente.

I docenti, inoltre, cercano di trasmettere tale attitudine all’adattamento anche ai propri studenti “Bisogna accontentarsi di quel che si ha…” Le passate generazioni ce lo ripetevano in continuazione.

C’è da dire poi che eseguire un compito o un’attività con pochi strumenti o con strumenti adattati stimola l’ingegno e la creatività.

Ed, in aggiunta, è assolutamente vero  che lo spirito di adattamento va educato come qualunque altro aspetto del carattere.

Tutto sacrosanto ….ma qui stiamo parlando dei servizi essenziali a garanzia del “Diritto allo Studio”.

Siamo nel 2023 e la Scuola Italiana non può sottrarsi dal confronto con le Scuole Europee o con le Scuole di altri Stati del mondo.

Con rammarico dobbiamo constatare che, da tale confronto, la Scuola Italiana ne esce pressoché  perdente.

La ragione è una sola: il Governo Italiano investe sempre meno denaro per la Scuola e l’Università.

Gli anni seguiti alla crisi economica del 2008 hanno visto, in Italia, un contenimento della spesa pubblica che spesso è stato pagato proprio dal comparto dell’Istruzione.

Al contrario, per assicurare un futuro alle giovani generazioni è fondamentale che gli Stati investano una parte significativa delle loro risorse nel sistema scolastico, non solo per garantire a tutti (a prescindere dalla condizione socio-economica di origine) l’accesso ad un percorso educativo di qualità ma anche per fornire tutte quelle competenze, specie in ambito digitale, che saranno indispensabili negli anni futuri e che consentiranno di soddisfare il mondo del lavoro, di sviluppare l’economia, di implementare la ricchezza.

Sembra quasi che non si riesca a comprendere che investire nella Scuola significhi investire nel futuro di un Paese.

Trasferendo il problema da un livello nazionale ad un livello locale, viene spontaneo chiedersi:

L’Amministrazione Comunale si occupa realmente della Scuola? L’assessore alla Pubblica Istruzione si impegna come dovrebbe? Viene fatto un lavoro costante e continuo di indagine e di ricognizione per avere un quadro completo e dettagliato della situazione scolastica nella città di Galatina?

A giudicare da quello che appare ai nostri occhi e dalla problematiche del momento, si direbbe proprio di no.

Intanto forse pochi sanno che i 3 Istituti Comprensivi di Galatina si stanno riducendo a 2.

Certo, si fa presto a giustificare questo dimensionamento: esso viene quasi automaticamente attribuito alla denatalità, ad una popolazione scolastica che non consente più di mantenere 3 Istituti Comprensivi.

Bisogna purtroppo constatare che è veramente triste perdere una Istituzione, l’Istituto Comprensivo Polo 2, che è da 40 anni sul territorio ed è il risultato dell’impegno di persone che hanno creduto nella necessità della sua esistenza.

Diciamo che ancor prima che il decremento delle nascite fosse così evidente, nulla è stato fatto dalla precedente Amministrazione per impedire che la popolazione scolastica dell’I.C. Polo 2 diminuisse a vista d’occhio. Eppure con la risoluzione di alcuni problemi oggettivi e l’adozione di semplici criteri al momento delle iscrizioni, si sarebbe potuto evitare questo lento declino.

Ora come ora, il dado è tratto.

Vediamo allora cosa prevede il dimensionamento scolastico per i prossimi anni. Come già detto, gli Istituti Comprensivi saranno 2.

Ma quale sarà l’organizzazione sul territorio?

La proposta proveniente dalla Regione Puglia, condivisa dalla dirigente reggente del Polo 2 prevedrebbe lo scorporamento dal Polo 1 delle scuole di Collemeto e l’accorpamento delle stesse al Polo 3. I Poli 1 e 2 sarebbero, invece, insieme sotto un’unica guida.

Tale proposta è stata categoricamente bocciata dall’assessore all’Istruzione, Camilla Palombini, che ha invece caldeggiato, insieme alle dirigenti del Polo 1 e del Polo 3, lo smembramento del Polo 2 ed una spartizione dei plessi (dei 3 ordini di Scuola) tra Polo1 e Polo3. 

La ferrea posizione dell’assessore Palombini potrebbe sembrare frutto di palese campanilismo ma vogliamo pensare che questa strenua difesa a prescindere del proprio territorio trovi ragioni ben più profonde di quelle che si possono rintracciare a prima vista.

Comunque, staremo a vedere come si esprimerà la Regione in merito alla questione. Il verdetto arriverà entro il 30 novembre 2023.

Cominciando a parlare di problematiche delle Scuole di Galatina, concentriamo la nostra attenzione sulla questione: “nuove palestre ancora non utilizzate nonostante i lavori siano finiti da un bel po’”.

Ci preme far notare al lettore che la palestra del Polo 2 – viale Ofanto, finita di costruire nell’estate del 2022, non è stata ancora consegnata. La palestra di Collemeto, anch’essa costruita di recente, sta vivendo la stessa sorte. Gli studenti della Scuola Primaria di via Arno hanno atteso con ansia ed invano tutto lo scorso anno scolastico per poterla utilizzare. E’ iniziato l’anno scolastico 2023/2024 e continuano ad attendere insieme alle classi della Scuola Media che nel frattempo si è trasferita nella sede di via Arno. Quanto ancora si dovrà aspettare? In questi mesi le classi dei due ordini di scuola si stanno adattando a fare Ed. Fisica nel cortile cercando, prima di iniziare,  uno spazio all’ombra nelle ore più calde della giornata. Il cortile, tra l’altro, è un luogo altamente rischioso e decisamente inadatto in quanto la pavimentazione è irregolare ed è resa ancora più pericolosa dalla radici dei pini circostanti che hanno sollevato il terreno e quindi anche i mattoni del suolo.

E’ doveroso informare il lettore che nella primavera del 2023, nel giardino della palestra sono stati piantati bellissimi alberi di agrumi ed è stato curato il terreno privandolo delle erbacce. Da quel momento nessuno si è preoccupato di innaffiare i poveri alberelli che ovviamente sono seccati. Le erbacce, al contrario, proliferano. (segue).