Manca una classe politica adeguata alla bellezza ed alla grandezza della città. occorre la cultura del dire “basta”.

Galatina Città d'arteLettere/ di Veronica Romano

Avevamo idee.

Poi avevamo la forza e l’autorevolezza per realizzarle.  

Non fu un caso che uno dei più grandi ospedali della regione fu realizzato nella nostra città.

Intuizione e lungimiranza erano alla base della politica e noi cittadini a volte facevamo fatica a capire le cose in così largo anticipo.

Si guardava avanti, molto avanti, ma proprio guardando avanti non ci accorgevamo che la politica nel nostro paese cominciava a scadere nei contenuti e nelle idee, poi anche nella autorevolezza.

E’ triste, molto triste sentire oggi che nel 2025 che l’ospedale sarà raso al suolo perché obsoleto, non so quanto più di altre  strutture.

Ed è ancora più triste rallegrarsi al pensiero che “ tanto la cosa avverrà nel 2025”.  Ed è anche una triste agonia assistere al decadimento politico che da troppi anni avviene e che ha quasi toccato il fondo.

“Chini” davanti ai burocrati della sanità al servizio del potere, messi là solo per ubbidire agli ordini della politica.

Se la politica locale si chiede perché si chiudono reparti il cui “trend è positivo”  a favore di altri il cui “trend è negativo” , c’è qualcosa che non torna, c’è una novità siamo alla  “non politica”  perché la risposta è proprio in certa politica “amica” il cui comportamento esclude la nostra città non inserendola nei circuiti importanti,  a vantaggio di luoghi sconosciuti e senza storia.

Le cose si fanno o restano dove è più forte la politica, dove la politica c’è, dove la politica sa farsi “sentire”, sa farsi rispettare.

Dove la gente è pronta a fare una “rivoluzione buona”, dove la gente si ribella, dove la gente si indigna .

Ci troviamo di fronte a gentaglia eletta con i voti della nostra città, che si gira dall’altra parte davanti ai problemi che dovrebbe risolvere, trascurando i nostri stessi interessi, non curandosi della nostra voce.

Gentaglia che coraggiosamente e sfacciatamente  torna in ogni occasione a chiedere “voti” e trova sempre un popolo indegno e indecente che ancora una volta si convince a votarli a dispetto della propria città e solo per qualche grazia ricevuta.

Ci daranno quattro numeri di telefono a testimoniare la loro disponibilità,  numeri che  il giorno dopo le elezioni risulteranno staccati.

E’ questa la “cultura” e oserei dire la “coscienza” che il paese deve cambiare e che forse non riuscirà mai.

La cultura di dire “basta” a chi prende i voti per utilizzarli contro.

E’ evidente in tutto ciò l’assenza di una classe politica adeguata alla grandezza e alla bellezza della città e in assenza di un “peso specifico” la città è destinata  a perdersi,  è destinata a spegnersi.

Per favore fate che ciò avvenga velocemente, non perdetevi in finti tentativi disperati e senza senso che servono solo a salvare la faccia e soprattutto la poltrona.

Dite chiaramente che stiamo scivolando verso il  basso, stiamo diventando un paese periferico e lontano.

Dite chiaramente che siamo ormai una entità territoriale, non più un paese.