Rubriche/di PieroD’Errico

Oggi voglio cimentarmi nel GOSSIP e non è detto che questa mia nuova tendenza, non sia la strada giusta, quella strada che ho sempre cercato e mai trovato.

Oggi voglio esercitare un mio diritto: dire la mia come scrittore e anche un po’ come intellettuale.

Voglio parlare di quello che doveva essere l’annuncio di matrimonio e che invece è diventato un freddo addio.

Lui Massimo Segre banchiere.

Lei Cristina Seymandi imprenditrice, nonché collaboratrice dello stesso Segre, penso tuttofare e penso sempre disponibile ad eventuali straordinari in caso di bisogno.

Il fatto lo conoscete, tutti ne hanno parlato, tutti hanno detto la loro compreso il garante per la privacy e le femministe.

Lui davanti a tutti gli invitati e con lei al fianco, invece di annunciare la data del matrimonio tra brindisi ed applausi, ha letto una lettera d’addio, piena di contenuti, accusandola di tradimento e alla fine lasciandola libera di amare :  ti lascio libera di amare chi ami più di me (un noto avvocato) ed   io mi tolgo di torno, ti libero del mio peso.

Ho trovato le parole del banchiere, di una garbatezza infinita, un galantuomo sino alla fine anche nell’assaporare il gusto amaro della vendetta.

Ha avuto il coraggio di umiliarsi in pubblico, denunciare l’infedeltà di lei e per finire si è autoproclamato CORNUTO.

Nessuna parola d’offesa, nessuna parola volgare, nessuna parola  da “banchiere ferito”, nessuna parola fuori posto per lei.

O forse è bastato il fatto d’ essersi autoproclamato CORNUTO,

per fare di lei una inguaribile infedele, una poco di buono, o forse altro.

Quando poi ho saputo che lei era pure impegnata in politica, ho pensato subito, ma è solo un mio pensiero, fosse vicina al PD  nel senso che per seguire la linea inclusiva del PD, includeva più di uno.

Capisco che il fascino del denaro va oltre il fascino di chi lo possiede e che è un fascino irresistibile più di chi lo possiede, però, diciamocelo chiaro e tondo, il banchiere se l’è cercata, non poteva trovarsi una meno bella e meno giovane, più adatta alla sua età, anche perché lei giovane e bella non poteva non far  sembrare lui come: il brutto anatroccolo.

Perdonatemi se trovate la mia esposizione un po’ in disordine, ma è solo l’emozione di trattare argomenti che mai ho trattato prima:  il gossip.

Spero, per poter continuare la mia tendenza, che il caso sia emulato specialmente da giovani ottantenni fidanzati ufficialmente  con massimo trentenni, non del luogo.

Lascio tutti i miei recapiti alla redazione, cercatemi e scriverò sempre la mia.

Concludevo così questa lettera non anonima un po’ di tempo fa.

Sono stato contattato pochi giorni dopo, un video di cinque  minuti penso di uguale tenore, in cui si vedeva un arzillo vecchietto gesticolare, inveire e puntare il dito nei confronti di  una bella ragazza ventenne, di nazionalità non italiana, che forse neanche capiva cosa lui con rabbia le stesse dicendo e con cui avrebbe dovuto convolare da lì a breve a nozze.

Il video però era muto, dapprima l’arzillo vecchietto, invece di prendere il microfono o il telefonino per registrare, aveva nella foga preso il telecomando della TV 25 pollici bianco e nero e parlava come se stesse registrando.

Quando poi lei gliel’ha fatto notare, ha preso il suo vecchio telefonino e dopo aver toccato e ritoccato nervosamente tutti i tasti, aveva ricominciato dall’inizio.

Niente, il video era muto ma tanto il senso lo avevo capito lo stesso, al fianco della giovane sua fidanzata si vedeva chiaramente  un ragazzo della sua stessa età che mentre l’anziano parlava, prima col telecomando e poi con il telefonino, le cingeva le braccia intorno ai fianchi. Lei felice sorrideva.

E’ bastata una carezza di lei, le mani che gli attraversano quei quattro capelli rimasti sui lati mentre sembra sussurrargli qualcosa all’orecchio che sicuramente, sordo come una campana, non avrà sentito, e quell’arzillo vecchietto: l’ ha perdonata.

L’ha perdonata e felice come una Pasqua, salito su uno sgabello per arrivare alla sua altezza, le ha dato tanti  bacetti sulla guancia e accarezzato i capelli color biondo platino.

Che altro poteva pensare uno scrittore, nonché modesto intellettuale come me, se non che è proprio vero e che:

AL CUORE NON SI COMANDA. Niente !!!

Perdonate  la mia innata e involontaria  modestia, che spero di riuscire a conservare anche se so che non sarà facile, la frase  finale di chiusura, mi è venuta spontanea, così, quasi di getto.

So per certo che è un privilegio riservato agli intellettuali più bravi, o forse più che un privilegio è un segnale.