Rubriche/di Piero Zurico e Rino Duma

Galatina – (piero zurico). Natalino Carrozzini si è spento nella serata di sabato, 27 agosto 2022. Era un uomo di altri tempi: sempre elegante, sorridente, gentile, discreto, buono, una buona parola per tutti ed un amico di tutti.

Ma Natalino non era soltanto ciò, è stato anche uomo di sport ed imprenditore di successo. Con lui la Pro Italia Galatina ha scritto alcune tra le più belle pagine della sua storia. Era l’uomo del momento del bisogno e lui nel momento del bisogno c’era sempre.

Nel 1978 il calcio galatinese viveva momenti difficili. L’allora presidente, Maurizio Fedele, dopo anni di sostanziosi investimenti economici alla ricerca infruttuosa della tanto desiderata promozione in serie D, aveva consegnato la squadra nelle mani del sindaco non senza aver prima venduto i pezzi pregiati della squadra per alleggerire la situazione debitoria.

Invitato e pregato ad esporsi in prima persona, come suo solito, Natalino non seppe dire di no ed assunse la presidenza della squadra. Si mise al lavoro profondendo all’interno della squadra energie fisiche, mentali ed economiche per ricostruire il calcio locale e tentare la scalata alla serie superiore.

L’impresa stava quasi per riuscirgli sin dal primo anno. Solo una serie sfortunata di coincidenze lo impedirono. Fu solo secondo posto. Il secondo anno fu di assestamento, il terzo fu ancora un altro secondo posto. La fortuna gli arrise al quarto anno quando per meriti sportivi la Pro Italia fu ripescata dalla Federazione durante l’estate nella serie superiore. Missione compiuta il momento per lasciare era ormai maturo. Iscrisse regolarmente la squadra, condusse la campagna acquisti ed inizio da presidente il quarto campionato in attesa che qualcun altro si facesse avanti per subentrargli. Alla quinta giornata di campionato, Natalino poté finalmente seguire il calcio solamente da tifoso. A proseguire il cammino da lui intrapreso fu Franco Maglio.

Ma Natalino non è stato soltanto nello sport uomo di successo perché, a giusto titolo, deve essere annoverato nella schiera degli imprenditori illuminati della città. Da tradizione famigliare era nato nell’edilizia dapprima come dipendente del padre e poi del fratello maggiore. In seguito si mise in proprio insieme al fratello minore. Sino alla fine degli anni 80 è stato monopolista per la Puglia nella realizzazione delle centrali SIP.

Il suo “ritorno” nell’edilizia residenziale avvenne con la SIC, la società creata insieme all’imprenditore Gianfranco Marrocco ed all’ing. Congedo. Dal Palazzo di vetro al complesso residenziale di Viale Kennedy, dai condominii di via Bari al complesso residenziale di Rivabella sono numerosissimi gli immobili e complessi immobiliari da lui realizzati. Per fare il solo elenco ci sarebbe bisogno di un intero libro.

Sabato ci ha lasciato, è volato via, è andato a ritrovare tanti dei suoi cari amici. Ora mi piace immaginarlo insieme a Fedele Rigliaco, Mimino Martina, lu Toniu “Pizzicuddri”, Gianfranco ed Enzo Marrocco, lu Fidelucciu “Chiovu” che lo stavano attendendo urlandogli: “Te movi!” E lui con il suo abituale aplomb e l’immancabile sorriso sulle labbra che risponde: “Sta rrivu, ce teniti pressa?”. E via agli abbracci ed a qualche furtiva lacrimuccia di gioia per il ritrovato amico.

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(Rino Duma) – Ho conosciuto Natalino Carrozzini verso la fine degli anni ’70, esattamente nel 1979. L’ho incontrato un pomeriggio di settembre nella sede di Radio Galatina 1, in occasione della rubrica radiofonica “Lunedì Sport”, condotta dall’amico Gianni Vergine e il sottoscritto. In quella circostanza fu invitato anche Natalino, da poco subentrato al dr. Maurizio Fedele, alla guida della Pro Italia Galatina, su forte insistenza del sindaco On. Beniamino De Maria.

Mi lasciò un’ottima impressione per via delle idee molto chiare, della determinazione e della voglia di riportare la società sportiva a riassaporare i fasti della Serie D. Fu anche molto sincero nel rivolgere un accorato appello di collaborazione alle forze imprenditoriali della città.

C’è un debito pregresso che bisogna eliminare pian piano e soprattutto c’è da ricostruire una squadra che per buona parte deve essere smantellata e ricostruita, facendo leva su un bravo allenatore e giovani calciatori di buone speranze. Il primo anno sarà di ambientamento, nel secondo analizzeremo gli errori commessi, rinforzeremo la squadra e punteremo decisi alla promozione in Serie D”.

Fu di parola. Nel torneo 1979-80 la Pro Italia si classificò a metà classifica.

Fatta una buona esperienza, Natalino ritornò a chiedere al mondo imprenditoriale un aiuto economico per rinforzare la squadra e puntare al gran salto. Ma le attese furono in gran parte vanificate.

Nell’anno successivo (1980-81) fu riconfermato Mr. Umberto Mannocci. La squadra venne rinforzata ma con pochi innesti, poiché dei tanto sospirati aiuti economici non vi fu traccia, se non il contributo della amministrazione comunale.

Entrammo in società io e l’avv. Carlo Gervasi su espresso invito di Natalino. Carlo fu chiamato a guidare il settore giovanile, io ad assumere l’incarico di segretario. In società eravamo ben pochi ma tutti animati da un forte entusiasmo e un senso di grande partecipazione.

Natalino fu abilissimo a creare un’atmosfera di fiducia e di ottimismo. A far da vice-presidente fu chiamato Piero Papadia, grande conoscitore del calcio salentino; a far da cassiere l’amico Corrado Marra.

Natalino era sempre presente agli allenamenti per sostenere alto il morale dei vari calciatori soprattutto nei momenti di sconforto. Il campionato fu durissimo per la presenza di squadre molto più forti della nostra: Maglie e Nardò. Ciò nonostante puntammo dritti alla promozione. Ci classificammo al secondo posto, a pari punti con il Nardò, mentre il campionato fu vinto alla grande dal Maglie di Mr. Ferilli. Speravamo tanto nello spareggio per guadagnare l’ingresso in Serie D, ma a Maglie subimmo una cocente sconfitta per 5-0, con i biancostellati mai entrati in partita.

La delusione fu enorme per la tifoseria e soprattutto per noi dirigenti. Natalino, pur avendo sborsato un’ingente somma di denaro, non si diede per vinto. Voleva a tutti i costi riportare sin da subito la Pro Italia nella serie superiore. Tramite l’allenatore Mr. Mannocci, il quale aveva molte conoscenze a livello calcistico, contattò le più alte sfere del mondo del calcio, riuscendo a convincere il Presidente del Comitato di Serie D a ripescare in organico nel torneo 1981-82 la Pro Italia. Si verificò un autentico miracolo. Appresa la notizia, per tutta la città fu festa grande. Carovane di auto a strombazzare intorno alla “Pupa”, che fu sommersa da diverse bandiere biancostellate.

Ricordo con grande piacere l’esplosione di gioia di Natalino quando gli fu comunicato il ripescaggio della Pro Italia. Si abbandonò sullo schienale della poltrona e, quasi piangente per la gioia, si lasciò andare a una frase che ancor oggi mi ritorna in mente: “Ora basta, non posso più sostenere la squadra, mi sono svenato, ma sono contento di aver dato il massimo per far ritornare la Pro Italia nel calcio che più le compete!”.

Ciò nonostante continuò ad essere il presidente anche in serie D, ma non aveva più la forza economica per continuare. Dopo cinque partite, infatti, il titolo sportivo fu ceduto a Franco Maglio, un altro grande presidente, che negli anni successivi ci fece conoscere i fasti della serie C.

Adesso sono tutti e due lassù in cielo a seguire con lo stesso entusiasmo ed ardore di sempre le sorti della nostra Pro Italia.

Ora, purtroppo, il Galatina si dimena nelle acque basse della Prima Categoria Pugliese, ma, da quanto abbiamo appreso in questi giorni, è guidato da un imprenditore che sicuramente riporterà la nostra squadra agli antichi splendori della serie D… e perché no, anche della serie C !?.

Grazie amico Natalino, grazie amico Franco… Che il buon Dio possa accogliere per l’eternità le vostre anime tra le sue grazie e glorie.