Apertura 7 giorni su 7 con servizio di prenotazione visite e pagamento ticket

medicoCronaca/ di avv. Stefania Isola 

E’ stato approvato l’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione di medicina generale le cui novità sono: gli studi dei medici di famiglia saranno aperti 16 ore al giorno (dalle 8 alle 24) cinque giorni su 7 e dalle 8 alle 20 nel weekend;  i pediatri, invece, dovranno garantire l’apertura dalle 8 alle 20 cinque giorni alla settimana.

Nelle ore notturne le urgenze saranno invece affidate al servizio 118.

A regime, verrà anche eliminato il CUP: nello studio del medico, infatti, si potranno prenotare visite e pagare ticket.

L’effetto di questa “rivoluzione” in campo sanitario, sarà la creazione delle Aggregazioni territoriali funzionali (Aft) che garantiranno la continuità assistenziale.

Queste ultime non saranno un luogo fisico vero e proprio dove avverrà l’erogazione dei servizi ma, piuttosto, un nuovo modello organizzativo che permetterà agli utenti di trovare un medico lungo tutto l’arco della giornata.

Il tutto funzionerà così: al termine del turno del proprio medico di fiducia, ci sarà a disposizione un altro professionista che potrà accedere al fascicolo sanitario dell’assistito.

Nelle intenzioni, il nuovo modello di assistenza di base dovrebbe inoltre favorire la nascita di nuovi maxi-ambulatori, con presenza di più medici di famiglia, rendendo possibile fare prime analisi cliniche, accertamenti diagnostici meno complessi e piccola chirurgia ambulatoriale.

Con nomi differenti (Case della salute in Emilia e Toscana o Ucp nel Lazio), esistono comunque strutture, in Italia, che realizzano questo nuovo modello organizzativo.

L’atto di indirizzo, frutto del percorso di consultazione con la Sisac -afferma Giacomo Milillo, segretario del sindacato dei medici di medicina generale Fimmg- è un atto doveroso, dopo sei anni di blocco della convenzione. Aggiustamenti saranno necessari ma il giudizio è positivo. Fermo restando che vigileremo sul rispetto dei livelli occupazionali e sulle garanzie di ricambio generazionale dei medici”.