Dai rilievi della Magistratura Contabile tra gli 11 immobili da alienare è compreso il Villaggio Azzurro. Lotta evasione, riscossione tributi, anticipazioni di tesoreria restano criticità.  

Villaggio AzzurroCronaca di p.z.

La Corte dei Conti sia con la deliberazione n.91 del 09 giugno 2017 che con la 115 del 21 settembre dello stesso anno è stata chiara. Molte delle criticità evidenziate nel bilancio comunale di cui la Magistratura contabile ha sollecitato la loro eliminazione sono ancora presenti e continuano ad incidere negativamente sulla situazione debitoria del Comune.

Una di esse è stata evidenziata in modo particolare e descritta, in caso di soluzione negativa, come possibile causa della dichiarazione dello stato di dissesto del Comune di Galatina. Trattasi dell’alienazione degli 11 immobili che secondo le stime tecniche (ma non di quelle di mercato) avrebbero dovuto fruttare 6.821.320 euro alle casse comunali.

Scrive la Corte dei Conti ” Con riferimento alle programmate alienazioni immobiliari, il Collegio osserva che allo stato l’operazione l’operazione non ha realizzato i risultati sperati” Dopo aver sciorinato l’iter degli insuccessi della tentata vendita con ben tre aste andate deserte tranne l’ultima in cui è pervenuta un’offerta (irrisoria) per palazzo Ferrarese (tra l’altro stimata e messa in vendita senza neppure la conoscenza della vera consistenza materiale dell’immobile) la Corte aggiunge che “L’Ente dovrà riferire, in sede di monitoraggio, in merito all’esito di siffatta procedura nonché in relazione alle successive attività finalizzate alle alienazioni immobiliari“.

Chiara la sensibilità della Corte a questa fonte di entrata senza la quale sarebbe nullo qualsiasi sforzo per evitare il dissesto finanziario e sull’argomento la stessa fa ritorno, nell’analisi e rispettive conclusioni, alla relazione semestrale del 2017 riguardo agli obiettivi raggiunti ai fini dell’attuazione del riequilibrio finanziario.

Sempre sul piano alienazione beni immobili la Corte rileva .” è rimasto ancora senza esito il tentativo di alienazione degli immobili di proprietà comunale , sicchè le entrate stimate nel piano non si sono allo stato realizzate”.

Ed ancora nessuno ha detto alla Corte che oltre a non incassare si sta addirittura stralciando dal Piano alienazioni il Villaggio Azzurro. Curioso di vedere cosa succederà e cosa scriverà la Corte nei suoi rilievi alla prossima relazione semestrale sullo stato di salute delle finanze comunali e dei suoi debiti.

Non sono orientate all’ottimismo le rilevazione dell’organo di controllo, anzi sono assai critiche sulla situazione di stallo di alcune criticità da sempre termometro dell’incapacità burocratica e politica nel gestirle.

Nella Deliberazione della Corte dei Conti in risposta allo sbandierato incremento delle entrate tributarie evidenziato dal Comune, la stessa ribatte che è stato evidenziato solo l’incremento di entrate sui tributi minori tipo occupazioni spazi aree pubbliche (190.000 euro), pubbliche affissioni (35.000 euro) , imposta comunale pubblicità (35.000 euro) ma invita a muoversi nel fornire i dettagli anche sulla riscossione dei “tributi maggiori in particolare IMU e TARSU/TARI per poter valutare se esiste una vera conformità del gettito effettivo rispetto alle previsioni del piano“.

Bacchettata pesante su recupero evasione e disavanzo di tesoreria. Sulla prima la Corte osserva: “Quanto all’evasione tributaria, allo stato attuale, come evidenziato nella delibera di approvazione del piano le riscossioni risultano ancora scarse” 

Sulle anticipazioni di tesoreria ha evidenziato che nel triennio 2014/16 si è fatto un ricorso scorretto e sistematico a questa forma di finanziamento. 10.415.000 nel 2014, 9.055.000 nel 2015 e 10.099.000 nel 2016. la cosa più grave, viene sottolineato, è l’enorme massa di interessi passivi che tale utilizzo genera (circa 38.000 euro l’anno) che tendono ad assumere i connotati di un costo fisso. Rilevata anche l’incapacità dell’Ente a restituire entro la chiusura dell’esercizio quanto ricevuto in anticipazioni di tesoreria e di liquidità. Le spese correnti assorbono circa il 35% di dette anticipazioni.

Il tutto è generato da mancati incassi di entrate previste in bilancio la cui conseguenza per far fronte alle uscite (pur continuando a restare l’Ente un cattivo pagatore perché non rispetta i termini previsti dalla legge) è l’indebitamento con il ricorso alle anticipazioni di tesoreria e di liquidità.