A cura di Francesco Luceri con premessa di Giovanni Invitto e nota introduttiva di Giancarlo Vallone. Pietro Siciliani1

13-04-2016 17;29;25Libreria/ di Emilia Frassanito Libreria Fiordilibro15-04-2016 13;24;45

 

Da qualche mese sono stati pubblicati gli Atti “Pietro e Cesira Siciliani” Filosofia e Letteratura del Convegno Nazionale svoltosi a Galatina il 18-19 settembre 2014, organizzato dal Comune di Galatina, dal Consorzio Universitario Interprovinciale Salentino (CUIS) in collaborazione col Dipartimento di Studi Giuridici dell’Università del Salento.

Gli Atti sono a cura di Francesco Luceri con prefazione di Fulvio Tessitore.

Editi da Grifo nella collana Congressi Salentini del Centro Studi Salentini .

Per chi non avesse potuto partecipare alle due giornate del Convegno, gli Atti offrono un’opportunità preziosa di conoscere meglio e nella loro complessità Pietro Siciliani (1832-1885) cui è dedicata la Biblioteca Comunale di Galatina e sua moglie Cesira Pozzolini (1839-1914) attraverso le relazioni dei docenti che vi hanno partecipato.

Nella prima giornata del Convegno, tutta dedicata al filosofo e pedagogista Siciliani è stato indagato il suo pensiero scientifico e sociologico, le sue relazioni con la cultura dell’epoca nazionale e internazionale e la sua esperienza come direttore della Rivista Bolognese.

Tra i relatori vogliamo ricordare l’intervento del compianto Mario Signore, sarà l’ultimo per lui in veste ufficiale nella sua città natale, che per inciso rimprovera di non coinvolgerlo abbastanza. Il prof. Signore svolge una relazione dal titolo – Siciliani Positivista non “ortodosso” Contributi per un concetto di scienza inclusiva – .

Gli altri contributi si devono a Giovanni Invitto, Giuseppe Cacciatore ,Stefano Poggi, Emilia Scarcella, Donato Verardi, Hervè Cavalera, Salvatore Colazzo, Francesco Luceri, Luca Carbone, Maria Cristina Cafiesse.

La seconda giornata di studi come già detto era dedicata a Cesira Pozzolini ( 1839-1914),nel centenario della morte. Massima esponente insieme con la madre Gesualda Malechini Pozzolini, di quella tradizione ottocentesca dei salotti letterari che hanno rappresentato il primo passo verso la partecipazione e l’impegno civile ed intellettuale delle donne. Il Risorgimento deve molto a queste donne che ne sono state la memoria storica così come le creatrici della moderna opinione pubblica . Cesira Pozzolini salonniére dunque, i maggiori intellettuali dell’epoca frequentarono il suo salotto prima a Firenze nella casa paterna e poi a Bologna insieme al marito, ma anche filantropa, letterata ,educatrice, scrittrice.

Tra le relatrici una d’eccezione, Maria Adele Signorini pronipote della Pozzolini che ci fa conoscere i diari custoditi nell’archivio della sua famiglia ed in particolare quelli relativi agli anni 1859/1863/1864.

Materiale in gran parte inedito e molto importante, in particolar modo i diari del 1859, nei quali si parla dei moti risorgimentali, con la giornata decisiva del 27 aprile 1859 che segna la cacciata da Firenze, del granduca Leopoldo II di Lorena, preludio della successiva adesione della Toscana al regno di Savoia.

Diverso il contenuto dei diari del 1863 e 1864, ma non meno interessanti, filosofia, letteratura, musica occupano il posto dei bilanci di guerra, ma scopriamo anche che nel 1863 tra i frequentatori di casa Pozzolini c’era anche il filosofo salentino Pietro Siciliani.

Il diario del 1864 si chiude a marzo a pochi giorni dalle nozze con Pietro Sicliani.

A quello della Signorini seguono gli interventi di Aurora Savelli, Marisa Forcina, Patrizia Guida, Sandra Plastina, Francesca Lamberti. 

Come rileva il prof. Giancarlo Vallone però, nella sua nota introduttiva agli Atti del Convegno – Pietro e Cesira Siciliani Filosofia e Letteratura – tutto si è mosso sugli interessi di ricerca di un giovane studioso , Francesco Luceri , dal suo metodico impegno , dopo l’edizione dei due poderosi volumi del Carteggio familiare(2013) di Siciliani, è nato il Convegno Nazionale e che approda ora in questi Atti –

Non ci sarebbe stato Convegno né Atti dello stesso quindi, senza lo studio, meticoloso e paziente del giovane filosofo galatinese Francesco Luceri che in virtù della disponibilità e preziosa collaborazione di Giancarlo Vallone ha la possibilità di studiare Il Carteggio del Siciliani giunto per via familiare a casa Vallone (Don Rosario fratello di Pietro Siciliani dona il Carteggio a suo nipote Vito Vallone e quest’ultimo ad Aldo Vallone).

Il prof. Vallone ricorda nella nota del “Carteggio”, che già il padre Aldo aveva divulgato in varie occasioni alcune delle lettere ed aveva in animo una pubblicazione di più ampio respiro, ma solo delle lettere della Pozzolini.

Lo studio di Francesco Luceri, sulle epistolario familiare di Siciliani,si sintetizza nei due volumi di

Pietro Siciliani – Il carteggio familiare di Pietro Siciliani (1850-1914) pubblicato nella Collana Scrittori Salentini del Centro Studi Salentini – Edizioni Grifo.

Una considerevole e fondamentale introduzione di Luceri, precede le lettere e le contestualizza , offrendo al lettore gli strumenti per ben comprendere eventi e personaggi . C’è dato in questo modo di conoscere il profilo giovanile del Siciliani, la frequentazione con i personaggi del Risorgimento Salentino, l’ammissione al collegio medico-cerusico di Napoli; gli anni toscani (1858-1867) con l’iscrizione alla Facoltà di Medicina di Pisa ed il perfezionamento al Regio Istituto di Firenze, le prime pubblicazioni, la frequentazione del Salotto Pozzolini dove ha la possibilità di conoscere politici e intellettuali, Giosuè Carducci sarà suo testimone di nozze; ed infine gli anni bolognesi (1867-1885) con la cattedra universitaria, il salotto creato dalla moglie a Palazzo dei Conti Bianconcini di Bologna che gli permise di venire in contatto come già a Firenze con il mondo accademico e intellettuale dell’epoca.

Sono gli anni dedicati alla filosofia teoretica ed alla pedagogia, divenne anche condirettore della Rivista Bolognese. Contrasti accesi segnarono tutta la vita intellettuale del Siciliani.

Personalmente trovo interessante, la parte del Carteggio che riguarda la sua per altro poco fortunata esperienza politica. Nel 1882, su sollecitazione ed intervento dei nipoti Vito e Antonio Vallone, è candidato a Galatina a sostegno del governo Depretis, gli viene contrapposto l’avv. Nicola Bardoscia che ne esce vincitore. Interessanti le dinamiche politiche locali che precedono e seguono la sconfitta elettorale.

Per ben comprendere il Carteggio si deve valutare la funzione che l’epistolario svolgeva nella metà dell’ottocento: quella di mantenere uniti i legami familiari oltre le limitazioni geografiche.

Le Lettere erano una “ conversazione a distanza” nella quale si condividevano avvenimenti familiari oltre che, politici, sociali e culturali.

Intellettuali, medici e filosofi negli anni passati hanno reso grande questa città, auguriamo al giovane filosofo Francesco Luceri di seguirne le orme.