Candidati sindaco, un autogol

traffico2traffico3Traffico1Cronaca/ di pietro zurico

Galatina – La serrata decisa dai rappresentanti di alcune associazioni di categoria (peraltro qualcuno di loro è rimasto tranquillamente aperto in Corso Luce) ed alcuni operatori economici è stata quasi un flop.

Tralasciando coloro  (ed erano in tanti) chiusi per turno settimanale e qualcun altro, con la porta del negozio chiusa, ma pronto ad aprire e chiudere per far entrare ed uscire i propri clienti dopo aver venduto, bisogna dire che i negozi  rimasti aperti nel centro antico erano qualcuno in più rispetto a quelli chiusi.

A questo bisogna aggiungere che la totalità dei commercianti fuori le mura, fatta eccezione forse per un paio, son rimasti aperti. Nessuna solidarietà, anche questo dovrebbe avere un suo significato.

E’ giusto che commercianti ed artigiani del centro antico espongano le loro ragioni e le loro motivazioni. Meno giusto il modo con cui ultimamente lo stanno facendo.  Tutto bene sino al ricorso al TAR. E’ quello, infatti, l’organo competente per dichiarare se un atto è illegittimo o meno e non un manipolo di operatori economici e candidati sindaco che hanno messo una firma su un pezzo di carta avallando la presunta illegittimità oltre l’impegno, se eletti, di revocare o sospendere il provvedimento.

Da cosa e da dove si sia potuto dedurre l’illegittimità del provvedimento non è dato di sapere ma in ogni caso, come sbandierato e fatto sbandierare dal comitato dei commercianti e dalle associazioni di categoria, vi è un ricorso al TAR e quindi dovrebbe essere la Magistratura l’unica legittimata a pronunciarsi.

Sarebbe oltretutto curioso sapere cosa ne pensano i candidati sindaci firmatari, degli altri 27.000 e rotti cittadini di Galatina lasciati senza voce. Forse il loro parere non conta? Conta soltanto il pensiero di pochi commercianti e quello di pochi cittadini intimi? Anche in questo caso vi è stata qualche azione poco ortodossa da parte dei commercianti. Hanno raccolto firme di amici, parenti e conoscenti sperando di  dimostrare che i cittadini sono con loro, ma quelli di parere contrario mica li hanno fatti  firmare per un “si alla chiusura”.

Quei cittadini lasciati volutamente senza voce sono coloro che tante volte hanno raccolto firme e fatto petizioni, sempre inascoltate, per la chiusura anche parziale del centro antico. Il solito ristretto manipolo di commercianti, spalleggiato e protetto da amici e parenti amministratori, hanno sempre posto il veto.

Corsi e ricorsi storici. Durante la legislatura Rizzelli, (moltissimi lo ricorderanno)  i cittadini di Galatina misero insieme circa 3.000 firme per chiedere la chiusura del centro antico. Furono consegnate al sindaco che prese la decisione di chiudere le due piazze centrali.

Apriti cielo. Un commerciante (inutile dirvi chi ed in quale piazza ha la sua attività il suddetto commerciante)  della stessa dinastia di colui che ai giorni nostri aveva proposto al Commissario quale soluzione rivoluzionaria quella di chiudere tutto il  centro antico lasciando aperta solo Piazza S. Pietro, un giorno si recò dal sindaco Rizzelli con un vassoio contenente 14 pasticciotti e giunto al suo cospetto gli disse a muso duro che gli erano rimasti invenduti grazie alla sua decisione di chiudere la piazza.

Non ci è dato di sapere se quei 14 pasticciotti al termine della discussione rimasero a Palazzo Orsini oppure furono portati via nella speranza di una vendita postuma (conoscendo la “parsimonia” del soggetto propendo per la seconda ipotesi) la storia ci racconta, però, che dopo pochi giorni fu sospeso l’esperimento di chiusura traffico. La stessa storia ci racconta anche che dopo pochi mesi la legislatura Rizzelli ebbe fine  con largo anticipo ed in modo tempestoso.