Estate alle porte ma la capacità organizzativa e creativa è uguale a zero. 

Cronaca/ di Redazione

Galatina – L’Amministrazione comunale cerca idee e sponsor per tentare di offrire alla città ed al turista qualche parvenza di attrattiva. Un contenitore vuoto di idee e di iniziative tenta disperatamente di aggrapparsi, per un verso, all’associazionismo per cercare di metterci qualcosa dentro, non importa se la solita aria fritta o qualcosa di valido, l’importante ci sia dentro qualcosa. 

In tal senso è diretto l’invito a produrre iniziative ed idee rivolto a privati che possano aver qualcosa da esprimere.

Dall’altro lato, stante la scarsezza di risorse finanziarie delle casse comunali, vi è un’altra forte spinta rivolta all’imprenditoria locale perché si faccia promotrice di sponsorizzazioni economiche affinché queste iniziative si possano realizzare.

In queste condizioni capirete quanto sia difficile creare qualcosa. Se in altri tempi la scarsezza di idee era compensata e celata da un fiume di denaro che scorreva attirando anche chi poteva produrre qualità, ora che quel fiume è quasi prosciugato è più difficile che qualcuno sia attirato a farsi un bagno.

Le aziende locali piangono crisi, riescono a mala pena a restare a galla in quella marea di tasse e balzelli che la politica ad ogni livello (comunale-regionale e centrale) impone. Figuriamoci se possono permettersi di buttare via soldi in pizziche e tarantelle. Oltretutto, senza entrare nel merito della validità o meno dell’azione, con il ricorso contro la concessione dell’A.I.A. in quel campo è venuto a mancare il contributo più sostanzioso che sosteneva le iniziative ludico-culturali galatinesi. Leggasi Colacem.

Aggiungasi poi che i pochi fondi pubblici che si è riusciti a raccattare sono stati gestiti attuando un monopolio nella progettazione e poi nella assegnazione e con manifestazioni spesso indegne di essere definite tali perché si spaccia la cultura con il tamburello e la “lacana schianata” e  la promozione la si mistifica con la mercificazione ed il guadagno.

Inoltre diciamolo chiaramente, tranne le dovute eccezioni, ci sono e sono veramente da lodare e ringraziare per l’impegno e l’abnegazione, la stragrande maggioranza dell’Associazionismo locale di volontariato ha ben poco. Lo si vede con assiduità sin quando ci sta da mungere la mammella di mamma Amministrazione, finito il latte son le prime a sparire.

Si aggiunga infine una scarsa oculatezza da parte dell’Amministrazione nell’investire quelle poche somme che si potrebbero destinare alla promozione culturale e turistica ed il quadro è completo. Un esempio? Ve ne sarebbero un po ma soffermiamoci soltanto su due che da soli significano circa 10.000 euro.

Uno ci è dato dalla determina del 18 maggio 2018 la n. 4082 della Direzione Servizi Culturali con la quale è stato disposto il pagamento di 4.082 euro. quale quota associativa annuale all’Apulia Film Commission, noto carrozzone regionale dispensatore di incarichi e ricchi stipendi,  Questi signori pretendono ed ottengono 0,15 centesimi per ogni cittadino (compresi neonati ed indigenti) e noi paghiamo, per cosa non si è mai capito.

Di analogo tenore, anzi peggio, è la quota associativa al Teatro Pubblico Pugliese, altro carrozzone politico. Questo ci costa annualmente 5.300 euro (o,16 cent ad abitante) con un particolare che ogni volta che è stata fatta qualcosa abbiamo dovuto aggiungere dagli 11.000 ai 25.000 euro per pagare il disavanzo delle rassegne.

La più sconcertante delle manifestazioni, non per la manifestazione in se stessa, fu quella dei  7.300 euro dati loro nel 2017  per “organizzare” la manifestazione di “Attività Culturali nel centro Storico”. Nessuno li vide mai, neanche all’incasso, si pagò con bonifico bancario.

Ecco, stiamo parlando di soldi letteralmente buttati via. Potrebbero sicuramente essere investiti meglio e su energie della città.