Cronaca/Politica/ di Vox Italia

Ci sono ventilatori polmonari cinesi negli ospedali pugliesi? Lo ha chiesto Giancarlo Vincitorio, esponente regionale di Vox Italia, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano dopo che il governo inglese ne ha bloccato l’utilizzo sull’intero territorio nazionale.

Il dipartimento di salute pubblica inglese, dopo alcune segnalazioni di medici, ha valutato come inservibili nei reparti di terapia intensiva 250 ventilatori polmonari modello Shangrila 510S della ditta cinese Aeonmed.

“Conseguentemente – dice Vincitorio – ritengo giusto che Emiliano accerti se tra il materiale acquistato o tra quello già ordinato ma non ancora ricevuto c’è anche questa tipologia di apparecchiatura o altro materiale della stessa azienda oppure se risulta esserci tra le forniture ricevute o da ricevere dalla Protezione civile nazionale. Non vogliamo che oltre ai rischi elevati causati dalla pandemia si aggiunga per i pazienti la pericolosità del malfunzionamento di alcuni respiratori polmonari. Per questo ho scritto ad Emiliano. Gli ho inoltrato una richiesta ufficiale e ora attendo le sue risposte.”.

Analogo discorso va fatto in modo prudenziale per i kit cinesi prodotti per il test del coronavirus e che sono stati ritenuti già inattendibili dal governo inglese. “La verifica in questo caso va allargata – afferma Vincitorio – non solo alle forniture per le strutture sanitarie pubbliche ma anche a quelle private e alla eventuale vendita nelle farmacie pugliesi e su internet. Con quella tipologia di test gli esiti sarebbero inaffidabili e pertanto sarebbe opportuno che i kit fossero subito restituiti alla Cina chiedendo, in tal caso, il rimborso delle somme già pagate. Sappiamo bene che a livello nazionale è l’azienda americana Abbott ad aver vinto nei giorni scorso la gara per la fornitura di 150mila test sierologici da effettuare su un campione di popolazione italiana ma gli accertamenti che chiediamo – conclude Vincitorio – fanno riferimento ad eventuali giacenze o ordini di spesa relativi a periodi pregressi e ancora disponibili o accessibili, anche in strutture sanitarie non pubbliche e farmacie, per la popolazione pugliese”.