Da un anno è chiuso nello stesso stato in cui lo aveva ridotto un incendio. Costituisce un potenziale veicolo di infezioni ma nessuno muove un dito. 

incendioCronaca/ di p.z

Galatina – Circa un ano fa, per la precisione il 15 febbraio del 2016, in via Scalfo gli abitanti del luogo dovettero chiamare i vigili del fuoco perché intervenissero per domare un incendio, particolarmente pericoloso, sviluppatosi all’interno di una abitazione di proprietà del Comune di Galatina.

L’immobile era abitato da un tal G.F. persona già in cura dai servizi sociali per problemi mentali. Detto alloggio costituisce una dipendenza di Palazzo Ferrarese ed allo scopo era stata anche ristrutturata. Per i servizi sociali, il soggetto rappresentava soltanto un caso abitativo mentre per la gente del posto rappresentava un soggetto bisognoso di cure adeguate in strutture atte a seguirlo senza dover ricorrere sempre e solo a TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio, ndr).

Il soggetto quel giorno, dopo aver allagato la casa e la strada, incendiò l’abitazione con conseguente serio pericolo dovuto alla presenza di una bombola di gas all’interno dell’abitazione.

Successivamente ai fatti sinteticamente narrati, l’abitazione fu chiusa con un lucchetto ed evidenziata con un nastro segnaletico. Da allora, dopo oltre un anno, tutto si trova nelle medesime situazioni di allora.

Nessun intervento di verifica statica sull’immobile, nessuna pulizia e disinfestazione, solo un lucchetto a sigillare quella porta che come potete notare ancor oggi conserva i segni di quella notte neroniana. Il lucchetto tempo fa è stato forzato forse da balordi o chissà.

E’ stato sostituito ed è l’unica cosa nuova che si nota su quella porta affumicata. Naturalmente, tutti sanno, tutti vedono ma nessuno fa nulla sia per tutelare la salute e l’incolumità fisica degli abitanti del posto sia per restituire un minimo di decoro ad un immobile (Palazzo Ferrarese) di cui si ha anche la pretesa di voler trovare acquirenti disposti a comprarlo.

Più volte i cittadini del luogo hanno segnalato a chi di competenza la situazione e raccomandato la necessità di intervento ma a tutt’oggi sempre spallucce ed orecchie da mercante secondo un copione di circostanza collaudato.

Dicevamo che qualcuno ha anche la velleità di poter vendere detto immobile che è tra quelli nel novero del piano delle alienazioni. Già è di difficile collocazione se poi lo si circonda di incuria e disinteresse allora non si deve parlare più di velleità.

Intanto, da voci di corridoio, pare che la gara, il cui termine per la presentazione delle offerte è scaduto il 10 marzo, sia andata deserta. Nessuna offerta di acquisto è pervenuta all’Amministrazione Comunale per cui, secondo un copione previsto e prevedibile, si passerà al secondo incanto e poi si punterà al terzo con conseguenti progressivi ribassi di prezzo. Speriamo, prima che il tutto giunga ad essere venduto per un piatto di lenticchie, che nel frangente vi sia un nuovo Sindaco ed una nuova Amministrazione alla guida della città.