Cronaca/di Antonio Antonaci candidato sindaco

Le elezioni comunali dovrebbero essere una festa della democrazia per la nostra città, un momento di massima partecipazione e di confronto aperto. Un’occasione per far valutare ai cittadini quali fra le differenti proposte politiche sia migliore per la nostra comunità, quale risponda meglio alle diverse necessità.

Un momento in cui fare tesoro delle diversità e delle unicità di questa città straordinaria. Ecco, questo pensavo potessero essere le elezioni a Galatina. Noto, con dispiacere, che non è la posizione di tutti. Sento dire “Suvvia non è più tempo di muri e di chiusura”, poi, però, si fanno battute da estrema destra anni 70 parlando di vendere il pasticciotto in “rubli galatinesi.”

Un galatinese vero non parlerebbe mai del pasticciotto in questi termini, buttandolo nella diaspora politica tra concittadini, ma uno di fuori, si; uno di Lecce o di Sogliano o di Gallipoli.

Il dubbio è che ciò che viene presentato come una nuova proposta in realtà celi al suo interno gli stessi elementi che hanno creato i problemi politici e l’isolamento amministrativo di questa città, ovvero il vizio di fare della politica un gioco di influenze, spesso esterne ed estranee a Galatina, un affare di pochi che dimentica le diverse opinioni ed esigenze dei cittadini.

Per quanto riguarda “il timore” che noi di Galatina avremmo nei confronti dei “forestieri” di Nardò e di Soleto, vorrei rassicurare qualcuno dicendo che la storia di Galatina e del suo popolo è magnificente e gloriosa e che mai in queste mura si è avuto alcun “complesso di inferiorità” nei confronti di chicchessia; men che meno di Soleto e di Nardò. Un Galatinese vero lo sa.

Vorrei ricordare, inoltre, che un Sindaco è istituzione nella sua città e nelle altre quando vi si reca in tale veste, e sempre in tale, si deve rapportare solo col suo corrispettivo. Differente è quando ingerisce inopinatamente nella vita amministrativa e sociale altrui, costruendo liste col proprio nome ed entrando nelle case di elettori che non sono i suoi.

Non si è mai visto il sindaco di Maglie partecipare alle elezioni comunali di Casarano o quello di Milano a quelle di Roma.

Poi ancora, mi chiedo, questo consenso unanime, apparentemente disinteressato, è un bene per Galatina? Una coalizione che nei giorni pari veste l’abito del centrosinistra e in quelli dispari quello della destra, potrà agire realmente negli interessi della nostra città?

Ritengo che intrattenere relazioni positive e feconde con gli altri comuni sia fondamentale per Galatina, così come le relazioni con tutti gli enti territoriali.

Purché queste relazioni siano chiare e trasparenti agli occhi di tutti i cittadini. Purché gli accordi presi siano vantaggiosi per la città e non celino al loro interno interessi personalistici.

Questa città merita un sindaco che, mantenendo un dialogo aperto e positivo con tutti, sia sempre pronto a mettere le necessità di Galatina dinanzi a qualsiasi situazione. E questo non è campanilismo, bensì volontà di trasparenza e chiarezza.

Le soluzioni ai problemi di Galatina devono partire dalla città stessa, facendo tesoro delle migliori competenze ed esperienze che la comunità già esprime.

Devono essere i cittadini ad attivarsi, ad essere i protagonisti della gestione della città, a dare il proprio contributo ed agire nell’interesse pubblico, perché nessun altro lo farà per loro.

Il mio invito dunque è quello di tenere gli occhi aperti su quanto sta avvenendo, di prediligere il cambiamento alla mistificazione, la trasparenza al fumo negli occhi, e la celebrazione della diversità al tentativo di omologazione.

Per Galatina, non per altro. ​