Eventi/di Redazione.

Galatina– Che la manifestazione fosse sentita lo si è visto dalla sala Celestino Contaldo che si è rivelata ancora una volta inadeguata ad ospitare certi tipi di manifestazioni. La manifestazione era quella organizzata dai ragazzi delle Scuole Medie Superiori, sotto direzione progettuale del dott. Marcello Costantini, per ricordare il giorno della memoria per l’occasione, però, trasformato nel giorno dell’antiviolenza.

Come detto, la sala Celestino Contaldo all’interno era gremita, e non ce ne vuole molto, e purtroppo risulta impossibile per chiunque sia fuori dalla stanza poter vedere o anche sentire qualcosa, nello specifico i filmati realizzati dai ragazzi.

Le raffigurazioni visive immobili dei vari temi erano, invece, dipanate lungo il perimetro interno del Chiostro. Subito, nel corridoio a sinistra, vi erano i ragazzi dell’ Istituto Tecnico Commerciale che avevano scelto come tema “La mafia”. Ritagli di giornali d’epoca hanno ricordavano a tutti gli omicidi efferati di “Cosa Nostra”, ma ricordavano anche l’eroica testimonianza di, come Falcone e Borsellino, la mafia l’ha combattuta sacrificando la propria vita. “Uomini soli” era il titolo di un collage fotografico di servitori , passati e presenti, delle istituzioni a cui lo Stato non ha fatto sentire certamente la sua vicinanza e dato la sua protezione.

A seguire vi era il tema era la Shoa visivamente realizzata dai ragazzi dello Scientifico. Il filo spinato che collegava tra di loro le varie immagini era il motivo conduttore e lungo il filo spinato scorrevano gli orrori dell’olocausto e dei lugubri campi di concentramento.

Si passava al femminicidio rappresentato da un insieme di oggetti simbolo del sessismo, della violenza contro le donne. Scarpe rosse, vestiti macchiati di sangue , immagini di donne sanguinanti. L’ide è stata realizzata dai ragazzi del Liceo Classico, Artistico e Scienze Umane.

Infine l’I.I.S.S. Falcone e Borsellino che avevano scelto come tema l’Emigrazione. Il dolore di chi deve abbandonare la propria terra, per fame, per guerra, per persecuzioni. Immagini di navi stipate all’inverosimile, stazioni con treni presi d’assalto ed a metà percorso due valigie, il simbolo per eccellenza dell’emigrazione.

Bisogna dire che i ragazzi ce l’hanno messa tutta per dare la giusta immagine dei loro pensieri e dei loro sentimenti, a tutti loro va un plauso e non solo per come o per cosa hanno realizzato ma per il loro impegno, il loro essersi messi in gioco, il loro aver voluto dire “presenti”.

Se un bonario appunto si può fare forse andrebbe andrebbe fatto al progetto o al “progettista”. L’idea avrebbe potuto essere buona in se per se, ma in un altro contesto, in un altro momento che non fosse quello della Shoah. Non possono in questo giorno, in questa ricorrenza essere messi sullo stesso piano varie gradazioni di orrori con matrici e natura diversa, ne vien fuori un minestrone in cui nonostante tutta la buona volontà i vari elementi , seppur non completamente incompatibili, però cozzano.