Rubriche/Opinioni/di Piero D’Errico.

Cominciai così.

Impaurito su un palco in piazza San Pietro quasi mezzo secolo fa, in una delle prime se non la prima campagna elettorale.

Sono ancora qua e dopo quasi 50 anni penso di concludere una carriera politica che non è mai iniziata.

Non sono mai stato un politico, non lo sono e penso di non avere più il tempo per diventarlo.

Il fatto è che fare il consigliere o l’assessore o altro, non è stato mai il sogno della mia vita, la mia ambizione, avrei fatto sempre a meno di quella responsabilità, mi sento già impegnato a modo mio per quello che faccio e per quello che scrivo.

CHE CI FACCIO IO QUI.

Sono qui a condividere un progetto politico che guarda avanti, che guarda oltre questa competizione elettorale.

La politica non sarà mai più un luogo dove succede tutto e il contrario di tutto, dove quello che dici oggi non vale neanche sino alla fine della giornata.

Dove tanto per fare un esempio, ci si accorge che il Sindaco è inadeguato  a pochi mesi dal voto e si applaude allegramente quando si accusa la maggioranza di cui si faceva parte sino a qualche giorno prima, di inefficienza, di insufficienza.

Non va bene, non va bene se riguarda Amante, non va bene se riguarda chiunque.

Quel progetto si colloca qui, sul palco di Piazza Aligheri, insieme ad Amante, ed io insieme al progetto.

Un progetto che ha attraversato dolorose divisioni e profonde lacerazioni, modificato anche rapporti umani.

Mi trovo qui per questo, non per condividere un trascorso di 5 anni che non mi appartiene né nei meriti né in altro, ma per condividere un progetto che parte da qui.

Mi direte: ma potreste perdere !!! E allora ?

Sono qui a guardare la luna non il dito. Mai scelto per convenienza e mai fatto accordi al rialzo.

Mi chiedete se hanno governato bene ?

Ogni cosa puo’ essere fatta meglio però mi chiedo chi in questi anni di emergenza avrebbe potuto fare meglio.

Quando siamo stati chiusi in casa, non potevamo riunirci, incontrarci, organizzare il lavoro, programmare.

Sono stati anni difficili in cui era difficile lavorare e questo va riconosciuto.

Faccio gli auguri a tutti i candidati, a uno un po’ di più,  ma spero di cuore che la qualità degli eletti sia all’altezza del Paese che devono rappresentare.

Che i cittadini facciano giustizia di personaggi in cerca d’autore che vanno là dove non li porta il cuore, che l’elezione faccia giustizia dei cambi di abito e casacca, come in uno stupido tik tok elettorale in cui c’è solo vuoto.

Ecco che ci faccio io qui.

Sostengo la continuità, sostengo Amante, quello che quando è assorto

”nei suoi problemi, nei suoi pensieri” non vede nessuno, non guarda in faccia nessuno, ma che a noi piace anche così.

E poi son qua, son qua a votare mio figlio Dario, ed è questa la cosa più importante.

Mi chiedete ancora qualcosa ? ………………..Se lo rifarei ?

SI. Lo  rifarei mille e anche più volte.

Grazie.