Un acronimo che può salvare la vita

pronto-soccorso-ospedaledi Redazione

Leggendo ice (in inglese ais) pensiamo al suo significato, ossia: ghiaccio. No non è così. E’ qualcosa comunque che ci lascia di ghiaccio, ma che può essere utile. L’acronimo è stato ideato dal paramedico Bob Brotchie, dell’East Anglian Ambulance Service del Regno Unito, nel maggio 2005 e consente di identificare le persone e di contattare i loro parenti prossimi per ottenere informazioni mediche. Da giorni circola su facebook un manifestino, datato 06.02.2010, sul quale viene suggerito di includere lo pseudonimo internazionale ICE, che vuol dire In Case of Emergency, facilmente traducibile, e sotto questo acronimo inserire il numero di telefono della persona che gli operatori del 118, gli agenti della Polizia, o i primi soccorritori possono chiamare in caso di incidente (scongiuri a parte) e chiedere informazioni su eventuali farmaci usati e per informarli credo, con le dovute cautele, del sinistro. E’ un nome fisso per tutti e sul quale cercare, nell’interminabile elenco di nomi in rubrica, che tutti abbiamo in memoria nel cellulare, quello dell’emergenza, del contatto. Nel caso i numeri fossero più di uno si può sempre aggiungere accanto ad ICE il numero 1, 2 e via dicendo.

È una buona idea, ma … c’è sempre un ma, molto dubitativo. Il cellulare a volte, in caso di incidente, si può rompere, oppure ha certamente una password, un PIN e il soccorritore deve conoscere tutti i modelli di cellulare per accedere alla rubrica. E la privacy? Comunque, interrogativi a parte, non costa nulla, quindi perché non aggiungerlo?