Galatina città d’arte e del pasticciotto, di cultura e gastronomia.

Rubriche/di Luigi Mangia

La nostra città vanta una lunga tradizione di pasticcieri esperti e capaci di trattare con gusto ed arte lo zucchero, la farina, le uova e le mandorle. Per loro soddisfare il palato dei turisti è un impegno da rispettare con professionalità.

La pasticceria galatinese ha radici profonde nella cultura e nei miti dei costumi e delle tradizioni popolari. Il pasticciotto è legato al viandante di passaggio nella nostra città, secondo il racconto del mai dimenticato Andrea Ascalone. Si ricorda ancora l’africano, il pesce di pasta di mandorla per la festa del Natale, l’agnello per quella Pasquale. Da non dimenticare “la cuddhrura” nella forma della bambola o del cestino, per le bambine, del gallo per i bambini, con al centro l’uovo.

Seguendo le pagine dell’antropologo culturale, studioso dell’alimentazione, Marino Gnoli, si può dire che: la farina, lo zucchero e la mandorla sono la cultura e i segni del carattere dei pasticceri galatinesi, gentili, cortesi, affettuosi, pazienti, accoglienti, insomma gente dal carattere dolce. Galatina, però, è anche città di cultura, la città infatti, vanta un’importante biblioteca dove sono conservati importanti testi del ‘500 e del ‘600 ed è frequentata da studiosi dell’Università del Salento e anche dall’estero.

Il museo, quasi pronto a nuova vita, dopo il restauro a svolgere un ruolo di stimolo culturale nella città ricca di artisti. La biblioteca privata dello studioso, esperto dantista, Aldo Vallone, ricca di oltre 3000 volumi, considerata la casa di Dante per la ricchezza dei testi della vita del Sommo Poeta Dante Alighieri. Ancora la nostra città oggi ha un teatro, restaurato, che può diventare il luogo di ascolto e di approfondimento di cultura. Galatina oggi è più bella. Il restauro delle facciate dei palazzi del Borgo Antico ha portato alla luce la bellezza e l’eleganza dell’architettura del ‘700 in città e del Barocco Salentino. La città con le sue piccole piazze e i giardini, è un salotto adatto per fare e promuovere cultura. Il tempo per la nostra città, è maturo per impegnarsi in grandi progetti, come può essere quello di candidare la città a concorrere all’ambizioso titolo di “Capitale del libro d’Italia”.

Le chiedo, perciò, di voler inserire nel suo programma elettorale questa mia richiesta che porterebbe la nostra città non solo ad esprimere tutte le sue capacità artistiche e culturali, ma anche ad avere il premio di mezzo milione di euro, con cui fare quella svolta come lei indica nel suo manifesto: “il mio non è un ritorno ma una rivoluzione”.

Le atmosfere d’estate della nostra città sono il tempo felice per vivere notti d’arte. La poesia ha la forza di essere il canto dell’anima:

“C’è un giardino chiaro, fra mura basse,

di erba secca e di luce, che cuoce adagio

la sua terra. È una luce che sa di mare.

Tu respiri quell’erba. Tocchi i capelli

e ne scuoti il ricordo.”

Poesia “Estate” di Cesare Pavese.