Cronaca/di p.z.

Ma in che mondo viviamo? Forse siamo ormai talmente abituati a vivere nel nostro io, nel nostro egoismo, da disinteressarci completamente del mondo che ci circonda, delle sue brutture se non ci sfiorano, degli emarginati, dei poveri e di tutte le storture che ci ruotano intorno.

Quella che riporto non è notizia di oggi o di ieri. Ha avuto inizio ben otto giorni fa. E’ trapelata oggi o almeno solo oggi è giunta nella nostra redazione. Qualcuno avrà pensato di salvare faccia e coscienza tenendola nascosta insieme alla sua indifferenza ed il suo immobilismo.

I fatti, come ci sono stati riferiti, parlano di un uomo di età non identificata, forse di origine rumena. E’ stato definito un “senza fissa dimora”. Vive su una sedia a rotelle per aver subito l’amputazione di entrambi gli arti inferiori.

Probabilmente per ripararsi dal freddo ed avere un posto riparato in cui dormire e vivere è entrato nel recinto dell’ospedale S. Caterina Novella e poi si è rintanato in un sottoscala e li staziona da oltre una settimana.

Per paura o per un moto di dignità si nasconde raggomitolandosi su se stesso, coprendo il viso ogni volta qualcuno tenti di avvicarsi. In verità ogni giorno che passa sono sempre meno coloro che tentano di farlo. Lo stretto anfratto in cui è rifugiato l’uomo è diventato alquanto maleodorante per la mancanza di pulizia personale che sta creando preoccupazioni di natura igienico sanitaria.

Inutile chiedergli qualcosa. Si nasconde e non risponde. Pertanto è difficile capire se e come provvede al suo sostentamento fisico ed ai suoi bisogni corporali vista la sua disabilità fisica.

Di concreto, però, chi dovrebbe fare non fa nulla per risolvere questa triste situazione. L’uomo ha bisogno delle primarie necessità; la pulizia e l’igiene del suo corpo, un regolare pasto, un ritorno alla socializzazione ed una dimora stabile e dignitosa in una casa protetta.

Certamente non si può dire che le competenti istituzioni siano all’oscuro di tutto. Gli Uffici comunale dei Servizi Sociali è da tre giorni che sono stati messi al corrente della vicenda. Hanno risposto che erano già al corrente e stavano provvedendo. Questo tre giorni fa. Oggi l’uomo è ancora in quel sottoscala.

Il Direttore Sanitario? Ben conosciuta la sua umanità e la sua cristiana pietas. E questo è motivo per cui non si riesce a spiegare perché mai quell’uomo sia ancora lì in quell’angolo.

Il Presidente della Commissione Comunale Sanitaria? Dai perché infierire? Diciamo che pur presiedendo un organo istituzionale che si occupa della tutela della salute dei cittadini, nessuno lo ha informato. E poi, deve salvare tutto lui?

E dov’è l’assessore ai Servizi Sociali? Almeno lei non può dire di non essere informata. Gli Uffici della Direzione da lei politicamente presieduta sono stati informati. Forse non comunica con i suoi collaboratori?

In ultima analisi ci sta da ricordare che compete al Sindaco, in caso di emergenze sanitarie a carattere esclusivamente locale, emettere ordinanze contingibili e urgenti.

Ma al di là di tutto, la prima e principale motivazione, è quella della umanitaria necessità di muoversi con urgenza per risolvere un caso che affonda le sue radici nella povertà e nell’emarginazione di una persona debole, sola ed indifesa. Le soluzioni a disposizione non mancano di certo.

Attendiamo buone nuove.