Cronaca di Marco De Matteis

“Ma che è sta cafonata?” direbbe Christian De Sica. Più di qualcuno, infatti, ha storto il muso alla vista, in piena tangenziale, in via Arno, di una mega supposta che, secondo gli autori, starebbe a significare tutto l’insieme dei rincari cui siamo chiamati a fare fronte.

Da qui il dilemma: un’ottima trovata pubblicitaria o una cafonata? Abbiamo provato a capirci di più sentendo anche un bel po’ di pareri di galatinesi, e non solo, abbiamo infatti dato voce anche a tanti fuorisede che Galatina ce l’hanno o continuano ad avercela nel cuore e che, quindi, continuano, anche a distanza, a seguirne le sorti.

Innanzitutto, va detto che l’associazione “Balla per me”, responsabile dell’installazione, non è nuova a campagne shock, ricordiamo ad esempio quella contro gli incidenti alla guida delle auto. Vero è che lì il motivo era più che nobile e anche l’esecuzione, benché forte, era tutt’altro che discutibile. Un messaggio, forte, chiaro e deciso contro la distrazione alla guida, in favore della salute propria e altrui.

Poi si ricorda anche un mega-pasticciotto, a omaggiare le nostre tradizioni e quindi il nostro dolce più caro.
Ma questa volta, forse, si è esagerato. Chi arriva, per esempio da Galatone, cosa deve pensare di Galatina, vedendo come prima cosa un mega suppostone in bella mostra? Accanto la scritta “Regali di Natale all’italiana” e poi tutta una serie di parole accompagnate dalla freccia verde verso l’alto (Mutui, Benzina, Diesel, Luce, Gas).

Andando a censurare commenti volgari o poco consoni, passiamo in rassegna le risposte che ci sono pervenute:
“Avrebbero dovuto evitare” è uno dei commenti più comuni da parte degli intervistati, come a dire forse l’intento è anche buono ma l’opera lascia a desiderare.

“Una bella provocazione” è invece il grido di chi apprezza sia l’intento che la sua realizzazione. “I benpensanti potrebbero scandalizzarsi ma secondo me è proprio una bella provocazione contro il sistema”, dito puntato dunque contro i benpensanti e chi si scandalizza senza troppi motivi e plauso alla provocazione per scardinare un sistema che esaspera le nostre tasche.
“Quest’associazione sposa i tempi del mai più silenzio, ha sempre mantenuto un po’ di coerenza e critica sociale, mi piace” il commento di uno dei tanti fuori sede che guarda a Galatina con gli occhi della nostalgia.

“Lo trovo volgare, avrei evitato sinceramente, se fossi stato in quel gruppo mi sarei opposto” dice qualcuno che prova a mettersi nei panni dei rappresentanti dell’associazione e prova anche a immaginare un dibattito interno tra cosa fare e cosa non fare. Noi non sappiamo come siano andate le cose dentro l’associazione, ma una volta che l’opera è stata firmata, tutta l’associazione se ne prende la responsabilità.

“Potevano usare il tizio di colore che gira su whatsapp per essere ancora più simpatici” è il commento di chi se ne frega del politicamente corretto e anzi ne vuole ancora di più di messaggi dissacranti.
E poi ancora, secondo chi ha una posizione critica, si sente “volgare e poco simpatico, non c’è ironia, soprattutto se penso alle supposte c’è poco da ridere”, o “di cattivo gusto decisamente”.

Qualcuno non prende una posizione netta ammettendo di “non saprei esprimermi, sicuramente si può fare satira ma ci vorrebbe un po’ di stile, e questo sicuramente non è la migliore qualità di chi coordina quell’associazione. Del resto, i commenti sul post parlano chiaro” e qui il riferimento è al dibattito che, inevitabilmente, si è acceso sui social, terreno fertile per questo tipo di discussioni.

Insomma, se è vero che se ne deve parlare, allora l’associazione “Balla per me” ha raggiunto il suo obiettivo, ma se è anche vero che deve dividere, allora possiamo dire che l’obiettivo è centrato in pieno. Sarà un Natale all’insegna dei rincari, e questo lo avevamo capito anche senza supposte, ma sarà anche un Natale all’insegna dei messaggi forti e diretti, quelli che non la mandano a dire, a Galatina.
E se qualcuno, arrivando da qualche altro paese, si stupirà di questa maxi installazione, beh si metta in fila, perché ne stiamo già discutendo noi…