Eventi/di Piero de lorentis

Spettacolo unico nel suo genere quello che porta in scena al teatro Politeama Greco di Lecce, l’otto di aprile, la Compagnia Teatri d’Imbarco con la piéce autobiografica di Andrea Zorzi, in tour già da un decennio per tutta la penisola.

Coautore e protagonista sulle scene, il racconto autobiografico di Zorzi ripercorre le tappe salienti della sua vita e della carriera pallavolistica, trasmettendo un messaggio universale capace di avvicinare al teatro anche chi non è un appassionato di volley.

Pallavolista campione d’Italia e del mondo della squadra dei fenomeni allenata da Julio Velasco, che ha segnato la storia della nostra pallavolo nel mondo, Zorzi porta in scena pubblico e privato riassunti in un’ora e un quarto di opera teatrale, su un testo scritto a due mani dallo stesso Zorzi e da Nicola Zavagli che sapientemente ne firma la regia già dal 2012.  

Della divulgazione di questo spettacolo in Puglia se ne sono fatti promotori, in ambito sportivo, privilegiando i teatri Radar di Monopoli e Politeama Greco di Lecce, i presidenti Fipav regionale e provinciale Paolo Indiveri e Pierandrea Piccinni che all’unisono concordano:” Far conoscere a tanti ragazzi il nostro sport facendolo entrare in teatro e non solo in una palestra è un modo diverso per ottenere risposte positive. Le performance sceniche di Zorzi non sono un racconto autocelebrativo della carriera di un gigante che ha segnato la storia della pallavolo italiana, e che avrebbe molto da elogiarsi, ma rappresentano il canovaccio di vita su cui ogni atleta, dotato o maldestro, dovrà imbastire il suo percorso sportivo e non, sapendo che nulla lo metterà al riparo delle difficoltà della vita. Insomma una filosofia di vita che insegna a tutti come trasformare i propri limiti in risorse e i cui destinatari sono proprio i giovani a cui rivolgiamo l’appello di non mancare all’evento.”. 

Dopo la gloria sui parquet l’opposto volante, che calca il palcoscenico oramai da un decennio, racconta con disincanto ed ironia la sua carriera, le sue emozioni e le sue vicende personali. Le snocciola intrecciandole alla storia e al costume del nostro Paese, guidato nel lungo viaggio biografico dall’attrice Isabella Visibelli ed offrendo un’importante lezione ai futuri aspiranti campioni.

Il successo dello spettacolo gravita attorno alla contaminazione dei due mondi, quello della cultura e quello dello sport che, a prima vista, sembrano avulsi da un dialogo comune, per poi amalgamarsi. La dinamicità di narrazione fa percepire agli spettatori una realtà che, seppur virtuale, si concretizza nell’immaginaria rappresentazione di una schiacciata vincente. Ma non solo. Il racconto ben espresso produce suoni e rumori, il palco diventa parquet o taraflex di un palazzetto su cui sentimenti ed emozioni si srotolano sia nella vittoria che nella sconfitta.

«L’impressione comune afferma Andrea Zorzi è che gli sportivi di successo siano eroi senza macchia, senza paura, invece nello sport anche i migliori perdono e devono imparare a rialzarsi e questa è una lezione che vale per la vita, non solo per i campi o le palestre».

Questo teatro di narrazione – spiega Zavagli- «vede Andrea, il protagonista, raccontare la sua storia in prima persona, Beatrice invece in terza: lei conosce le cose in modo più distaccato, porta avanti il dialogo con Andrea, mostrando pagine della sua vita come se fosse un film, e quello a cui assiste il pubblico è un racconto dinamico».

Sa stare in scena Zorzi, instaurando un feeling immediato con il pubblico. Sa incantare con il suo racconto così come ha incantato con la sua Generazione dei Fenomeni, vincendo i campionati mondiali del 1990 in Brasile, del 1994 in Grecia e l’argento alla XXVI edizione delle Olimpiadi ad Atlanta, nel 1996.