Il Natale dei miei ricordi quello che ormai non c’è più.

Rubriche/di Piero D’Errico

Forse perché sono cresciuto con un Natale che non c’è più e in un mondo che non c’è più, tra tradizione, sobrietà e famiglia.

Forse perchè abbiamo fatto il presepe, raccogliendo  muschio, rami e cartoni ed incollando e colorando pecore e pastorelli.

Forse perchè quando il compito in classe ci chiedeva:  COSA VUOI  FARE DA GRANDE ??  come John Lennon abbiamo risposto: ESSERE SOLO FELICE, sbagliando il compito ma riuscendo a capire la vita.

Forse perché bastava un fischio ed eravamo tutti in strada. Forse perchè non avevamo niente ma quel niente bastava a farci felici.

Sarà per questo e tanto altro, ma adoro tutte le feste cha vanno dal Natale in giù.

Adoro quell’atmosfera, quel clima festoso che riesco ancora a respirare in ogni angolo, in ogni vicolo, in ogni Chiesa.

Amo quel periodo che segna la fine dell’anno e se provate a immaginare quanto, è sempre poco, è sempre troppo poco.

Molte cose però sono cambiate, troppo correre, troppo spendere  ed io non sono mai riuscito a sottrarmi al rito dei regali spesso inutili, anch’io non sono riuscito a tirarmi indietro davanti a qualche pietanza in più che accompagna i giorni di festa.

Voglio però raccontarvi la malinconia, la tristezza che attraversa il Natale nei suoi momenti di festa.

Penso che almeno un po’, tutti quelli che hanno la fortuna di  vivere le feste in serenità e spensieratezza, sono sfiorati dal pensiero di chi,  pensando alla propria, quella stessa fortuna non ce l’ha.

Ed il pensiero va ai drammi che nelle stesse ore si stanno consumando a pochi passi da noi, alle guerre, alla fame, alle malattie, il pensiero inevitabilmente vola a chi vive una sofferenza, a chi vive ai margini, chi è solo.

Il pensiero corre a chi non c’è più e allora ci attraversano frammenti di ricordi insieme, di tante feste insieme.

E ancora il pensiero non si ferma, corre  ai tanti bimbi che vivono sotto un cielo squarciato da bombe, che non vivono la loro età, costretti a crescere troppo in fretta.

Ma la festa deve continuare, devi essere felice o basta solo fare finta, devi fare baldoria.

Il Natale purtroppo, accentua le differenze, le disuguaglianze, la povertà, mette da una parte l’esagerazione, gli sprechi, dall’altra chi non ha nulla, chi dorme su una panchina in una strada deserta. Il Natale, sembra fatto apposta per marcare le distanze tra chi ha e chi non ha.

Non possiamo più non accorgerci di chi chiede aiuto in silenzio,  di chi dietro a un “va tutto bene” nasconde un “va tutto male”.

Il Natale è “accorgersi”. Accorgerci di chi non si accorge che è Natale, accorgerci degli sbagli e rimediare prima che  diventi troppo tardi per farlo.

Magari ci sfiora anche l’idea che prima o poi dovremo lasciare questo mondo e che forse un altro giorno ci ritroveremo da qualche altra parte.

Se potessi scegliere l’altra parte, sceglierei LA LUNA e magari ci ritroveremo in una giornata di sole a fare quattro passi, a raccontarci le cose  da dove eravamo rimasti, da dove c’eravamo lasciati.

E mentre tra tanta allegria questi tristi pensieri affollano la mente, il rumore di bicchieri di cristallo che si toccano in un allegro cin-cin ci sveglia da quel torpore e allora alziamo il calice pure noi e brindiamo alla vita, a chi c’è, a chi è rimasto. 

Brindiamo alla vita,  a quel dono meraviglioso che ci è stato fatto e che pur tra  mille difficoltà, vale sempre la pena di vivere.

Hai intorno a te le persone care. Ti basta.

Sono queste le mie feste, allegre e un po’ malinconiche, tra mille luci che fanno giorno e un buio pesto che fa paura.

Tra mangiare un po’ di più, spendere un po’ di più per poi inevitabilmente sentirsi in colpa, ma poi perdonarsi.

E intanto, mentre i giorni di festa volano, si aggiunge il dispiacere che tra un po’ tutto ricomincerà come prima.

Non c’è festa se non ci accorgiamo degli altri.

Mentre però ci accorgiamo degli altri, così presi dal discorso, quasi non ci accorgiamo del nuovo anno che è appena arrivato.

E allora tanti auguri e che sia l’anno giusto, l’anno aspettato da sempre.