“Prendeva i miei compagni a cinghiate e ci propinava il cibo della caritas o quello offerto dai nostri genitori. Alcune volte gli alimenti erano scaduti. Dentro c’erano i vermi”

la leggedi Redazione

Galatina– Si è concluso oggi l’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta che vede Bruno Dollorenzo, 45 anni, originario di Sogliano Cavour, direttore responsabile della comunità di recupero «L’Aquilone» di Galatina, accusato di abuso dei mezzi di correzione, violenza privata e maltrattamenti.

“Prendeva i miei compagni a cinghiate e ci propinava il cibo della caritas o quello offerto dai nostri genitori. Alcune volte gli alimenti erano scaduti. Dentro c’erano i vermi”. Per il Dollorenzo le accuse sono di abuso dei mezzi di correzione, violenza privata e maltrattamenti.
E oggi è stata raccolta la testimonianza dell’ultima delle presunte vittime. Un ragazzo oggi 20 di 20 anni con estremo coraggio ha raccontato, in presenza dell’indagato e davanti al giudice Annalisa de Benedictis e al pm Stefania Mininni che sta conducendo le indagini, la sua versione dei fatti. Ha parlato delle cinghiate subite dai suoi compagni. Ha indicato il nome di un altro ragazzo picchiato che non è stato ascoltato nella sede dell’incidente probatorio perchè minorenne. Ha parlato del cibo scaduto che sarebbero stati costretti a mangiare, nonostante la comunità percepisse circa 75 euro al giorno per ognuno dei suoi ospiti dai comuni di appartenenza. .

Oltre alle percosse, ci sarebbero stati abusi e maltrattamenti di ogni tipo. Il 45enne avrebbe minacciato e costretto a dormire per terra i ragazzini disagiati, ospiti della casa famiglia che gestiva. Gli ospiti della comunità avrebbero subito vessazioni e soprusi di ogni genere, come rimanere in piedi per ore, pranzare in disparte e stare a lungo in ginocchio. Sarebbero stati anche utilizzati per lavori di pulizia e manutenzione presso l’abitazione privata di Dollorenzo, raffigurato, nel corso degli ascolti, come un vero padre-padrone. L’uomo avrebbe anche ignorato i bisogni dei ragazzi, che avrebbero indossato vestiti laceri e non avrebbero ricevuto neanche il materiale per lezioni scolastiche. Il loro disagio psicologico sarebbe stato ignorato o soppresso a colpi di punizioni.

I fatti contestati risalgono fino a febbraio del 2012. Il Dollorenzo è ancora responsabile della comunità educativa L’Aquilone, fondata nel 2001. Si tratta di una struttura di accoglienza per minori, integrativa della famiglia di origine, impegnata nella tutela ed educazione del minore in condizione di fragilità psico-sociale.“