Rubriche/di prof. Luigi Mangia
In Palestina il Ramadan, iniziato il 10 marzo, sarà di sangue. La città di Gerusalemme è immobile, deserta, nel pieno della guerra. La Grotta Santa con la pietra da cui secondo la tradizione scese lo spirito di Maometto, è presieduta dai soldati armati di Israele e solo in pochi possono entrare per pregare.
Gerusalemme è una città particolare destinata nella storia ad essere la città di tre religioni monoteiste: Cristiani, Ebrei e Mussulmani. Ognuna con un Dio onnipotente, declinato nel Credo. La guerra è sempre una sconfitta, un sacrificio ingiusto e anche inutile.
Peró nella violenza cieca e distruttiva della guerra i bambini superano la paura e vincono la fame, la sete e il pericolo delle bombe. Sono straordinari e riescono a costruire con fogli bianchi di cartone le lampade per la preghiera del ramadan.
La forza della fede dei bambini per me è un esempio straordinario irriducibile nella radice della fiducia dell’uomo in Dio. Personalmente vivo e sono senza un Dio, ma i ragazzi di Palestina mi obbligano a riflettere e mi portano ad avere e a vivere una crisi del pensiero, un dubbio con la storia.