In Piazza Vecchia al civico 2 potrebbe celarsi un prezioso tesoro storico.

OLYMPUS DIGITAL CAMERApiazza vecchia2 epigrafepiazza vecchia2 001di Associazione Galatina Letterata 

Egr. Direttore,

Piazza Vecchia viene definita un assurdo urbanistico, uno slargo strano, strette e tortuose vie che si aprono lontano dai rumori e dalle Porte Civiche. È il nucleo più antico della città. È dentro le mura che questo nucleo conserva intatta la sua storia, residue testimonianze dell’antica sede municipale o dell’Universitas, il palazzo di giustizia, le carceri,  il convento dei Carmelitani e la vicina chiesa delle Anime. Dopo la costruzione delle nuove mura il Sedile da Piazza Vecchia fu trasferito in quello che poi divenne Circolo Savoia e, successivamente, Cittadino. Quella piazza centro vitale della città dove ruotava la vita cittadina è oggi abbandonata a se stessa: sporco, impalcature di una perenne ristrutturazione che non ha mai fine, il manto stradale in gran parte divelto lascia intravedere l’antica bellezza del lastricato di pietra viva, sacchetti della spazzatura, bottiglie di birra sono il dominio di una colonia di felini di colore nero(!) che dimorano in quella che fu la casa più conosciuta di Galatina. La casa della bella Rosetta che in Piazza Vecchia, al civico 12, esercitava il mestiere più antico. Se ci soffermiamo un attimo ad osservare non con attenzione ma con intelligenza, vediamo che oltre al completo degrado, assoluto, le impalcature la fanno da padrone. Nuove generazioni hanno avuto il coraggio di acquistare delle abitazioni fatiscenti per dare un nuovo impulso alla zona creando della spa, un resort e dei piccoli appartamenti. Dopo molti anni tutto è fermo, tutto tace. I lavori, forse anche a causa della crisi, si sono fermati. Le impalcature resistono contro il tempo e l’incuria.

A sinistra della piazza, in vendita, al civico 14, vi è quella che fu la dimora dell’avvocato gallipolino Gio. Pietro Vignola, coniugato con una Vernaleone (famiglia proveniente forse da Nardò, il cui cognome originario era Vernicchio), che fin dalla seconda metà del 500 è presente nei fuochi e che avrà un ruolo primario nelle vicende galatinesi, tanto che un Vincenzo Vignola è stato sindaco nel 1792 sebbene della sua famiglia non si hanno notizie dalla fine del XVIII secolo. Il largo della chiesa delle Anime era individuato, nella toponomastica locale, come Largo Vignola. Tale famiglia aveva, nel 1793, il patronato sulla distrutta cappella di S. Onofrio, quella di S. Nicola era invece di loro fondazione, come attestato nella Visita Pastorale del 16 maggio 1793 in Archivio Vescovile di Otranto. Lo stemma araldico è nell’arco del portale al civico 14, mentre l’iscrizione sull’arco a tutto sesto al civico 2, (Vignola/1698) non è possibile vederla, perché spero, nascosta dall’impalcatura, ho solo delle vecchie foto del suo ricordo. Mentre l’altra arme dei Vignola, imparentati con i Tondi, (una nipote di don Nicola Vignola, Maria Felicia sposa Fortunato, nipote di Salvatore Tondi, capo del Capitolo) è sul settecentesco palazzo di corso Garibaldi, 9/5, più conosciuto come il palazzo con la cappella di S. Paolo.

Il civico 2, di Piazza Vecchia, è nascosto da onduline e reti, dal lontano 2004, quando una cittadina gallipolina, ironia della sorte, ha acquistato quella che lei crede, a torto o a ragione, sia la casa del Vignola, per restaurarla e farne, forse, una civile abitazione. Fin qui la storia, nulla questio.

Qualche mese fa leggo sul Filo di Aracne (N.1- Anno VIII, pag. 24) un interessante articolo, a firma di Raimondo Rodia, dall’enigmatico titolo La Chiesa di Santa Maria del Tempio – un prezioso ritrovamento nel borgo antico di Galatina. Mi incuriosisco perché Michele Montinari nella sua Storia di Galatina, alla pagina 212, scrive testualmente: “S. Maria del Tempio – Piazza Vecchia – (scomparsa)”. Il riferimento di questa notizia, data dal Montinari, è quasi certamente la Santa Visita del vescovo il 24 settembre-1ottobre 1538.

L’autore dell’articolo, riprendendo l’argomento trattato da Salvatore Fiori nel suo libro Templari in Terra d’Otranto, nella sua descrizione sostiene, o meglio credo ipotizzi, che quel civico 2 sia invece una chiesa templare perché risponde a caratteristiche rigide per un edificio sacro ma compatibili con consuetudini templari.  Secondo le regole dei cavalieri del Tempio il piccolo edificio è orientato da est  ad ovest è disposto con il lato sud su Via Vignola e la facciata ad ovest, cioè su Piazza Vecchia. Ora, volendo ipotizzare che casa Vignola sia invece S. Maria del Tempio, mi chiedo e Le chiedo, vedendo le foto a corredo dell’articolo: “Ma la Soprintendenza ha effettuato almeno un sopralluogo, considerato che è un’abitazione del 1500, per accertare che quanto agli atti corrisponda al vero?”

O sia essa la dimora di Gio. Pietro Vignola o di Vincenzo Vignola o sia essa una chiesa dei Cavalieri Crociati o sia essa una chiesa cattolica, qualunque cosa essa sia o qualunque cosa essa nasconda è  e resta un bene storico della città e come tale l’amministrazione comunale in primis, la soprintendenza ed i cittadini  lo devono tutelare perché fa parte della nostra cultura, della nostra storia. E’ un bene comune che deve essere reso fruibile a tutti perché tutti possano avere contezza e godere di quelle bellezze, di quei tesori che per caso, o ironia della sorte, vengono alla luce.

Non so cosa abbiano in mente i proprietari, certamente, una volta ristrutturato, non sarà quello di farne dono alla città, ma se è un bene dal grande valore storico, come credo che sia, questo bene è di Galatina.

Le nostre radici sono dietro quelle impalcature e sicuramente stanno trafugando il nostro passato o dobbiamo, inermi, assistere ad uno scempio della nostra storia? A lei la parola, Direttore.

Galatina Letterata

Salotto di Cultura, Arte, Turismo, Storia, Folklore e Sport

Il Pres. dott. Rosanna Verter

 

Egr. dott. Verter

Non ho risposte certe da poter dare alle sue domande posso soltanto far miei i suoi dubbi ed inviarli a chi per ruolo e competenza è deputato a fornirle. Invierò pertanto il materiale, unitamente alla Sua lettera, alla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici certi che avremo presto una risposta ai nostri dubbi. Cordialmente La saluto.  (p.z.)