La furtuna

“…Ni cantau lu caddrhu” è una rielaborazione dell’opera “La Furtuna” di Raffaele Protopapa firmata da Luca Trono, che ne cura anche la regia.

Eventi/di Rosanna Verter

Galatina– Una delle commedie più rinomate del teatro dialettale leccese “La Furtuna” , del celeberrimo commedista salentino Raffaele Protopapa, liberamente adattata in vernacolo galatinese, vedrà il suo primo sipario domani alle 19.00, presso il Teatro Parrocchiale Cuore Immacolato di Maria. La rielaborazione dell’opera è firmata dal concittadino Luca Trono, che ne cura anche la regia. Raffaele Protopapa profondo conoscitore del Salento popolare, ha creato una sua tradizione, una sua visione del teatro dialettale che non è di colta accademia, non è teatro impegnato ma che sicuramente ha goduto e gode di un folto pubblico che forse la commedia di Cesare Giulio Viola, che si colloca su livelli nazionali riprendendo i gusti e le tendenze della società culturale dell’epoca, non ha mai registrato.

Possiamo descrivere il teatro dialettale con le parole che lo stesso Protopapa ha usato in una dichiarazione rilasciata pochi mesi prima di morire: “Esso è ispirato a scene di vita popolare e trova la sua naturale collocazione in quello tradizionale o, se si vuole, di evasione, che per me resta teatro senza bisogno di aggettivi”. Questa pièces brillante in tre atti è una palestra, un trampolino per la squadra di attori che salirà sul palcoscenico. Questi attori nati per passione raccontano le avventure di un capo famiglia, Pati Cenzi Cannetta, con la moglie Tora ed il figlio Requenzino. Essi sono i personaggi fissi, figure della medio borghesia degli anni settanta, di tutte le commedie Protopapiane, sono il fil rouge attorno ai quali ruotano altre figure in situation commedy diverse. La commedia, in cui si sviluppano un succedersi di eventi satirici, rappresenta una provocazione, uno spaccato domestico di tutto ciò che accade quando, chissà per quali arcani, si incontra la fortuna e la famiglia si divide tra scaramanzia e fede. Nell’adattamento proposto dal regista, Luca Trono, i nomi degli interpreti sono i nomi di persone effettivamente esistite, quindi è molto contestualizzato nella nostra realtà. Completamente ambientata nella Galatina che fu dei nostri padri, nella Galatina dei primi anni del ‘900, i personaggi vivranno la loro vicenda tra le corti e le contorte viuzze del centro storico dialogando in dialetto, in quel vernacolo dal tono caratteristico che ci rende esclusivi in tutto il Salento.

L’evento al quale assisteremo domani sera è organizzato dal Piccolo Teatro Madonna della Luce, con il patrocinio del Comune di Galatina, ed encomiabile è che l’intero incasso sarà devoluto in beneficienza alla Charitas.

È il caso di dire “accendiamo le micce, fuoco alle polveri”.