Cronaca

“Da domani, 16 aprile, ci sarà un numero unico per le emergenze, il 112, sul quale verranno convogliate tutte le telefonate agli attuali numeri di pronto intervento.

Al 112 risponderanno 126 operatori della CUR, la centrale unica di risposta. Il problema è che, delle tre sedi previste – a Modugno, Foggia e Campi Salentina – ne è stata attivata solo una: quella di Modugno, alle porte di Bari. I 45 operatori della centrale di Campi Salentina, in provincia di Lecce, saranno costretti ad una trasferta di 150 chilometri per raggiungere la sede di Modugno, e non potranno utilizzare il proprio mezzo di trasporto ma dovranno organizzarsi con mezzi pubblici.

Dovrebbe essere l’amministrazione regionale a provvedere all’organizzazione di trasporti e alloggi, mentre tutto ricade sulle spalle dei dipendenti salentini, per i quali non è previsto alcun indennizzo.

Su questa decisione discriminatoria e vessatoria, ancora una volta Bari-centrica, ho presentato un’interrogazione urgente all’assessore Stea e una richiesta di audizione. È da mesi che i dipendenti e i loro sindacati hanno rappresentato alla Regione e al Dipartimento Protezione Civile una serie di problematiche organizzative, personali, legali, relative all’avviando servizio di risposta alle chiamate di emergenza, localizzato dalla Regione Puglia nella centrale di Modugno.

Nessuna risposta, ed è caduta nel vuoto anche la richiesta di un incontro urgente per fare chiarezza sulle condizioni lavorative dei dipendenti e sull’organizzazione del servizio. Solo nella tarda serata di sabato 13 aprile, a due giorni dall’avvio del servizio, ai dipendenti sono stati comunicati l’ordine di servizio e i turni. Per i dipendenti di Campi Salentina nessuna certezza sui tempi di attivazione della loro centrale, e una situazione di limbo insostenibile.
La Regione dia risposte immediate ai lavoratori salentini, penalizzati in maniera pesantissima dalla centralizzazione del servizio a Modugno, che va a scapito della loro sicurezza e impone condizioni di lavoro inaccettabili e insostenibili”.