Sull’espianto della ex stazione di distibuzione carburanti del Piazzale Stazione arriva l’ennesima diffida. Una storia tipica da commedia all’italiana che si trascina dal 2007.

Cabina benzina cabina1 Cronaca/Galatina/di p.z.

La parte finale, si fa per dire, di questa storia ha inizio nel 2007 quando in seguito ad un accertamento della Polizia Municipale fu rilevato che l’inpianto per la distribuzione di carburante sito sul piazzale stazione era incompatibile con le disposizioni legislative in materia, in quanto era privo di propria area e la distribuzione del carburante avveniva sulla strada.

Titolare della stazione era ed è  la Società Marzano Petroli di Racale a cui fu inviata una raccomandata per comunicare che gli era stata revocata l’autorizzazione e che entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento avrebbe dovuto smontare e bonificare i luoghi.

In opposizione all’ordinanza il sig. Flavio Marzano, socio accomandatario della Marzano Petroli, presentò ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere l’annullamento della stessa ma venne respinto.

Nel Frangente, e siamo nel 2008, la Marzano Petroli fallisce. Il Suap con due note del 24 e del 31 maggio 20123 chiede al curatore fallimentare della Marzano Petroli, dott. Criscolo Andrea, di intraprendere con urgenza le attività di rimozione dell’impianto della stazione di servizio al fine di eliminare potenziali situazioni di pericolo per la pubblica incolumità. Per tutta risposta il dott. Criscolo trasmetteva al SUAP il decreto del Giudice Delegato che autorizzava il curatore fallimentare alla rinuncia dell’acquisizione all’attivo fallimentare della stazione di servizio.

L’impianto era quindi ritornato nelle proprietà dei soci della ditta fallita e quindi ricomincia la giostra. Il 25 novembre 2013 sempre lo stesso SUAP invia una nota con cui “invita e diffida il sig. Marzano Flavio a provvedere “ (…) al totale smantellamento dell’impianto, al ripristino dello stato dei luoghi, alla bonifica dell’area interessata (…)”.

Il tutto deve avvenire entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento ed in mancanza di quanto ordinato, “ (…) l’Amministrazione Comunale avrebbe provveduto alla rimozione ed allo smaltimento degli impianti, al ripristino dei luoghi ed alla bonifica dell’area, ponendo ogni onere e spesa a carico dell’inadempiente”.

I 30 giorni, come potete ben evincere dalle date, sono più che abbondantemente passati. Pensate che gli organi competenti del Comune di Galatina abbiano fatto qualcosa di quanto intimato e diffidato? La risposta è no!

Infatti giusto perché la commedia possa continuare interviene anche il sindaco Montagna e fa la sua parte con l’ordinanza sindacale n. 8 del 31 marzo 2014. Con essa, giusto per restare in tema , ordina al Marzano Flavio entro e non oltre 60 giorni dalla data di notifica dell’ordinanza di…… smantellare l’impianto di distribuzione di carburanti, di rimuovere tutte le attrezzature situate sopra e sotto il suolo, il ripristino dei luoghi e la bonifica della zona e, udite udite “(…) in mancanza di quanto innanzi l’Amministrazione provvederà alla rimozione e smaltimento degli impianti, al ripristino dei luoghi ed alla bonifica dell’area, ponendo ogni onere a carico dell’inadempiente”.

Pensate sia la volta buona? Credo di si, visto che questa volta il sindaco Montagna ci ha messo la propria faccia ma non posso fare a meno, in ogni caso, di chiedermi il perché di quest’altra perdita di tempo specie dopo aver già intimato le stesse cose ed aver fatto le stesse diffide in caso di inadempienza il 23 novembre 2013. Mi sembra quasi di vedere il sig. Marzano appena ricevuta e letta l’ordinanza porsi alla Fini maniera ed esclamare: “ Sennò che fai, mi cacci?”.