Al momento dell’arresto il Dollorenzo era ricoverato in psichiatria al V. Fazzi di Lecce. In passato tentativi dissuasori anche verso il “Sedile”.

la leggeCronaca/Galatina/di p.z.

La notizia del giorno è che Bruno Dollorenzo,  il 46.enne, originario di Sogliano Cavour ma residente a Galatina, responsabile della Comunità per minori “L’Aquilone” è ora agli arresti domiciliari.  Le accuse che gli vengono contestate nell’ordinanza di custodia cautelare sono quelle di maltrattamenti, violenza privata, abuso dei mezzi di correzione. 

L’uomo e stato arrestato dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Lecce, in collaborazione con i colleghi della stazione di Galatina. I militari dell’Arma hanno avviato anche altre indagini, assieme ai finanzieri del comando provinciale, per stabilire se all’interno della comunità fosse tutto in regola e se il Dollorenzo avesse i titoli per svolgere la mansione di dirigente.

In particolare ad inchiodare il Dollorenzo nelle sue responsabilità sarebbe stato un ragazzo, oggi di 20 anni, che aveva  raccontato, in presenza dell’indagato e davanti al giudice Annalisa de Benedictis e al pm Stefania Mininni, la sua versione dei fatti. Avrebbe cioè parlato delle cinghiate subite dai suoi compagni, il nome di un altro ragazzo picchiato che non è stato ascoltato nella sede dell’incidente probatorio perchè minorenne. Avrebbe parlato del cibo scaduto che sarebbero stati costretti a mangiare, nonostante la comunità percepisse circa 75 euro al giorno per ognuno dei suoi ospiti dai comuni di appartenenza.  Avrebbe parlato di abusi e maltrattamenti di ogni tipo come la costrizione a dormire per terra di ragazzini disagiati, far rimanere in piedi per ore, pranzare in disparte e stare a lungo in ginocchio.

I sei ragazzi che erano ancora ospiti della Comunità sono ora trasferiti dal Tribunale dei Minori con l’aiuto degli assistenti sociali dei comuni di residenza, dopo aver ricevuto la segnalazione dalla Procura.

Come Sedile abbiamo seguito la vicenda dal suo nascere in particolare l’ultimo nostro resconto di cui riportiamo il link

https://www.ilsedile.it/raccolta-anche-lultima-testimonianza-dei-ragazzi-della-comunita-laquilone-pesanti-accuse-per-il-direttore-responsabilebruno-dollorenzo/

Ciò ha anche spinto qualcuno a tentare in passato di dissuaderci dall’ espletare l’elementare diritto di cronaca con una mail firmata, di cui riporto il testo.

“Egregio Direttore,

Dott. Pietro Zurico,

formulo la presente in nome, per conto e nell’interesse del Dott. Bruno Dollorenzo,

il quale continua a ricevere danni alla reputazione ed alla vita di relazione, con gravi ed irrimediabili ripercussioni sulla vita lavorativa, dalla permanenza sul Vs. sito internet, dell’articolo pubblicato il 06.12.2013 dal titolo ” Raccolta anche l’ultima testimonianza dei ragazzi della comunita’ galatinese “L’Aquilone”, pesanti accuse per il direttore responsabile Bruno Dollorenzo”,

riportante nel sottotitolo presunte dichiarazioni tra virgolette: << Prendeva i miei compagni a cinghiate e ci propinava il cibo della caritas o quello offerto dai nostri genitori. Alcune volte gli alimenti erano scaduti. Dentro c’erano i vermi >>. Poiche’ l’incidente probatorio si è svolto in camera di consiglio e non in udienza pubblica a cui l’autore dell’articolo – di cui non è pubblicato il nome e cognome – avrebbe potuto partecipare ed annotare il contenuto delle asserite dichiarazioni, trattandosi di procedimento ancora in fase di indagini, chiedo la rimozione immediata dell’articolo in questione dal sito internet e di darne notizia allo scrivente difensore, diffidando sin da ora tutti i responsabili al risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali, cagionati dalla pubblicazione di notizie relative ad indagini ancora in corso.

Si evidenzia che digitando il nome e cognome del mio assistito con il motore di ricerca google il Vs. articolo appare per secondo e quindi è di immediata lettura e conseguente enorme lesivita’.

Restando in attesa di urgente riscontro, porgo distinti saluti.”

Naturalmente il pezzo “incriminato” era quello del link riportato che è rimasto naturalmente al suo posto. Ora speriamo di non essere accusati nuovamente di essere stati noi a disporre l’arresto per creare ulteriori danni alla reputazione ed alla vita di relazione del sig. Dollorenzo.